Pinacoteca Civica "Melozzo degli Ambrogi"
Corso della Repubblica, 72
Forlì (FC)
Baccarini Domenico
1882/ 1907
scultura

terracotta modellata
cm. 17 (la) 35 (a) 29 (p)
sec. XX (1902 - 1902)
n. 61
Busto di donna matura con capigliatura ordinata e raccolta. Sul petto un nastrino ed in basso è accennato un motivo floreale.

Domenico Baccarini, Faenza 1882- 1907; scultore, pittore, illustratore ed incisore. A Faenza frequentò, giovanissimo, la Scuola di Arti e Mestieri diretta da Antonio Berti, appassionandosi alle diverse tecniche artistiche e modellando bassorilievi ispirandosi a stampe. Nel 1900 la vincita di una borsa di studio gli consentiva di trasferirsi a Firenze, dove l'anno successivo risulta iscritto al corso comune del Regio Istituto di Belle Arti. All'inizio del 1904 con la sua compagna e modella Bitta (Elisabetta Santolini) si stabiliva a Roma, dove conosceva Giovanni Prini e Gino Severini. Rientrava in Faenza nell'autunno dello stesso anno. Nel biennio 1904-05 eseguiva numerose sculture e modelli per le maioliche dei fratelli Minardi; alcuni di questi modelli furono esposti alla Biennale di Venezia del 1905 e notati da Vittorio Pica che l'anno successivo invitava l'artista all'Esposizione di Milano. Baccarini fu autore di busti e bassorilievi in terracotta, gesso e bronzo, molti dei quali sono conservati nella Pinacoteca di Faenza insieme alla maggioranza di suoi disegni e oli. Le quattro sculture nel Fondo Piancastelli - terrecotte di piccole dimensioni- rappresentano rispettivamente un Busto di giovane donna, la Primavera (1902), un Busto di donna (1902); l'ultima, dal titolo Sensazioni dell'anima (1902), è una terracotta bronzata. L'adesione al Simbolismo, esplicita negli straordinari disegni a gessetto, matita, carboncini minerali e nei dipinti a olio di Baccarini, non viene alimentata in sculture come le prime tre di questo gruppo forlivese, da spasimi spirituali di eccezionale tormentosità. Sono tuttavia sculture perfettamente inserite nell'ambito della sensibilità fin de siècle. Il modellato per piani semplificati e fortemente marcati rende sostanziali le sembianze, ma una malinconica ombrosità che pervade le immagini è indizio del disagio esistenziale dell'artista. Il piccolo gruppo plastico Sensazioni dell'anima, con la rappresentazione di donne esili, sfilate, sinuose, addossate a qualcosa di falsamente etereo, è l'opera di questa serie più aderente al gusto simbolista. G. Viroli, Scultura dal Duecento al Novecento a Forlì, Mondatori Electa, 2003.