Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna

Il dipinto, un olio su tela firmato in alto a sinistra, rappresenta un gruppo di contadini che trebbiano il grano con l'aiuto di una macchina a vapore. Al centro e a sinistra si trovano i grandi covoni da cui le spighe sono prese per essere trasportate dentro alle vasche della macchina, con una sorta di catena di montaggio. Al centro, in secondo piano, la motrice accesa emette un'alta colonna di fumo nero. Sullo sfondo appaiono casoni contadini ed edifici pre-industriali.

Le trebbiatrici a vapore, inventate alla fine dell'Ottocento, si diffusero nella campagna ferrarese solo dopo la prima guerra mondiale. Il quadro di Cattabriga è comunque più tardo e potrebbe risalire agli anni Cinquanta o Sessanta del nostro secolo.
Il lavoro dei campi, con i suoi cicli e le sue tradizioni, fu uno dei temi riproposti continuamente dal pittore dagli anni Trenta in avanti. Alla metà degli anni Sessanta lo stesso Comune di Bondeno commissionò a Cattabriga una serie di dipinti che ritraessero tecniche agricole, come quelle legate al ciclo della canapa, che stavano ormai scomparendo.
Come tutti i quadri rimasti nell'atelier del pittore, dopo la morte dell'artista l'opera passò in eredità alla cognata Silvia Sabbioni, unica sua parente rimasta in vita. Il passaggio alle collezioni comunali si deve ad una recente donazione della signora Sabbioni.