Officine grafiche "Il Resto del Carlino"
via Enrico Mattei 106
Bologna (BO)
Zacchiroli Enzo progetto
1919/ 2010



Notizie storiche: progetto e costruzione
A seguito della demolizione della vecchia sede della testata giornalistica localizzata in via Boldrini, si procede all’edificazione di un nuovo stabilimento.
Il nuovo complesso si compone di tre volumi ben identificabili per forma e funzione: il primo destinato al ciclo di produzione, il secondo, di dimensioni minori e collegato al primo attraverso un ponte, all’amministrazione e alla direzione, il terzo alla centrale termica e di condizionamento alloggiata in un volume a se stante parzialmente interrato.
La parte principale si sviluppa su due piani. Il piano terra è riservato ai magazzini della carta, dei semilavorati e dei prodotti finiti imballati, al reparto spedizioni e ai servizi destinati ai dipendenti, quali la mensa.
Il piano superiore è sostenuto da una maglia di pilastri a fungo, di probabile ispirazione wrightiana, adatta a sostenere il peso dei macchinari del secondo piano, per la composizione editoriale, la stampa e l’imballaggio. Si trovano pertanto compresenti nello stesso spazio, tanto la redazione, quanto la parte produttiva, privilegiando al comfort legato all’isolamento acustico, il valore quasi psicologico del contatto diretto dell’uomo con le macchine, che realizza un’organica partecipazione dei lavoratori all’intero ciclo.
La copertura è interamente realizzata nelle sue parti strutturali in carpenteria metallica e presenta una sequenza di lucernai a shed, adatti ad illuminare l’ambiente sottostante.
I due volumi, nettamente separati, sono unificati dal comune rivestimento in pannelli in cemento prefabbricato appesi ai solai e dallo ”scorrere” del motivo della finestra a nastro che asseconda il movimento dei piani di facciata dei due corpi di fabbrica.
Il complesso presenta un aspetto direttamente derivato dalle logiche di funzionalità che ne regolano le parti e rimanda ad una chiara volontà di fornire un’immagine industriale, sobria ed equilibrata, senza scadere nell’esaltazione del componente tecnologico come elemento linguistico/estetico.


fonte: Matteo Sintini - Architettura del secondo Novecento - Mibact