Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
Viale Baccarini, 19
Faenza (RA)
produzione mamelucca, Egitto o Siria
Altra Attribuzione: produzione egizio-musulmana
coppa

faenza silicea dipinta/ invetriata
cm 15.2 (la) 5.6 (a) 15 (lu)
piede, diametro, 6.8 cm
sec. XIV (1300 - 1399)
n. AB 3023
frammento di coppa con parete profonda dal profilo ricurvo, piede ad anello piccolo, completo, a profilo verticale, senza né fori di sospensione, né umbone centrale; impasto artificiale a base silicea giallo, ruvido. Sul recto decorazione in blu e bruno-nero sotto vetrina lucente, con segni del contatto col distanziatore, che si addensa, verdastra, sul fondo; sulla parete esterna ingobbio chiaro, decorazione in nero sotto vetrina verdastra, distribuita in maniera non uniforme, che giunge anche sul fondo del piede e sulla base dello stesso.
All'interno, otto settori triangolari delimitati da spesse linee in bruno, sono ornati con elementi fitomorfi in blu a riserva su uno sfondo minutamente tratteggiato. All'esterno, sulla parete, una serie di tratti radiali in bruno.

La ceramica con decorazione in nero e blu è quella più rappresentata tra le produzioni del periodo mamelucco, ed è testimoniata sia in Siria che il Egitto. Essa è costituita sia da forme chiuse (vasi e albarelli, molti dei quali, probabilmente destinati a contenitori di spezie e frutti esotici, sono stati recuperati in Sicilia) che da forme aperte (coppe emisferiche o lobate con orlo arrotondato o tesa) o da altri oggetti quali lampade e bicchieri. Sulle forme aperte le decorazioni più frequenti sono quella con un medaglione centrale ornato con elementi geometrici o vegetali, anche a riserva, circondato da altri motivi sulla parete, oppure quella a pannelli radiali, triangolari o trapezoidali, che possono essere campiti con caratteri epigrafici, motivi vegetali, motivi a "Y", diffusi anche nella metallistica contemporanea, fitti tratteggi, o con la serie dei 4 punti. Simile alla produzione a pannelli iranica del tipo di Sultananbad, quella mamelucca si distingue per una minore raffinatezza dell'impasto e della vetrina e per la presenza a volte di tocchi di rosso. Molte coppe spesso recano sotto al piede una sigla o la firma del ceramista, come sui contemporanei prodotti in bianco e blu (cfr. schede AB: 3029, 3413).