porcellana dipinta in blu cobalto/ rivestita con coperta
secc. XVII/ XVIII (1670 - 1700)
Il piatto è decorato nello stile Shoki Imari (derivato dai decori cinesi in "bianco e blu" delle porcellane kraak) ed esemplifica la produzione delle fornaci di Arita riservata al commercio con i nanban ('barbari del Sud'), vale a dire i mercanti portoghesi e olandesi che, nel sec. XVIII, detenevano il monopolio degli scambi tra Europa e Giappone.
La marca presente sulla base non è stata ancora interpretata, ma ha verosimilmente un significato augurale.
L'opera trova confronti con i piatti GRV 1929-261 e 1929-254 nel Keramiek Museum Princessehof a Leeuwarden.