Palagi Pelagio
1775/ 1860
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 133.5 (la) 93 (a)
sec. XIX (1808 - 1809)
n. 31
Forma rettangolare, leggibilità orizzontale.

C. Collina ritiene quest'opera un'elaborazione su scala maggiore del "quadretto" d'identico soggetto commissionato dal Conte Filippo Aldrovandi nel 1808. Questo tema, connotato con efficacia da Rosemblum come "Neoclassicismo erotico", rimane un episodio sporadico rispetto al consueto repertorio dell'artista. Come aveva già rilevato Aldrovandi in un suo commento critico all'opera, l'artista ha volutamente utilizzato forme potenti e mascoline "inserendosi nella corrente stilistica neomanierista michelangiolesca, che compone una della tante differenziazioni del Neoclassicismo, unita, nelle opere del Palagi di questo periodo, ad una folgorante rivisitazione della pittura romana di Domenichino, e ad una decisa influenza di Ingres a Roma dal 1087" (cfr. C. Collina p. 143)