Palazzo Tozzoni
Via Garibaldi, 18
Imola (BO)
Bassi Angelo
notizie 1818
dormeuse

legno di noce,
crine
cm. 62 (la) 88 (a) 180 (lu)
sec. XIX (1819 - 1819)
n. 804
Con quattro gambe diritte e testata desinente a voluta. Tappezzata in tessuto di crine color nero. Completa di cuscino poggiatesta di forma cilindrica.

Il lettino da riposo non è citato nel contratto datato 26 ottobre 1818 con cui l'ebanista faentino Angelo Bassi si impegna a realizzare i mobili "eseguiti di noce, lustrati a vernice colorata con filettature di bronzo e dove queste non sono praticabili di legno dorato con riporti di bronzo, maniglie simili, capitelli, basi, rosoni, chiodi romani e nelle forme secondo i disegni esibiti" per l'appartamento impero fatto ristrutturare da Giorgio Barbato Tozzoni.
La tappezzeria di crine color nero a piccolo operato per slegatura dei fili d'ordito del cuscino è originale, mentre quella del divanetto è stata rifatta in epoca successiva, ed è uguale a quella dei divani e delle sedie realizzati dal Bassi nel 1818. E' probabile che la dormeuse rientri nella documentata seconda serie di lavori commissionata al Bassi dal Tozzoni a completamento dell'arredo e pagatagli il 19 agosto 1919.
Tra le tipologie del lettino da riposo, apparso all'epoca del direttorio (1795-1804 ca.) in sostituzione della chaise longue dell'epoca di Luigi XVI (1774-1792) e di gran moda per tutta l'epoca impero, quello di palazzo Tozzoni riprende il modello "a l'antique" di gusto neoclassico con una sola testata "en crosse". Altri modelli del lettino da riposo sono il recamier, tipico dello stile direttorio, con due spalliere "en crosse" di uguale altezza e la dormeuse con una o due spalliere di altezze diverse collegate da uno schienale sagomato. Quest'ultimo modello, affermatosi durante l'epoca impero, godette di ampia fortuna anche durante la restaurazione.
Nei primi due decenni dell'Ottocento il Bassi, Giuseppe Sangiorgi e Giovanni Mingozzi erano i mobilieri più noti a Faenza. Aggiornati sul nuovo gusto impero francese, che in Italia godette di ampio consenso anche negli anni della Restaurazione, i mobilieri faentini tolsero il primato in Romagna alla bottega dei Bagnara di Imola.