Palazzo Tozzoni
Via Garibaldi, 18
Imola (BO)
Bassi Angelo
notizie 1818
poltroncina

legno di noce,
cotone/ opera
cm. 54 (la) 89 (a) 46 (p)
sec. XIX (1818 - 1818)
n. 899
Con quattro gambe leggermente curvate a sciabola che si alzano sopra al sedile a sostenere braccioli ricurvi. Schienale ad una traversa rettangolare con borchia in bronzo al centro. Due borchie per lato decorano anche la parte anteriore e i lati della fascia del sedile. Tappezzata con tela di cotone color avorio a piccolo operato con motivo a losanghe.

Le poltroncine si possono identificare con le "poltrone con riporti di bronzo" citate in numero di otto nel contratto datato 26 ottobre 1818 con cui l'ebanista faentino Angelo Bassi si impegna a realizzare i mobili "eseguiti di noce, lustrati a vernice colorata con filettature di bronzo e dove queste non sono praticabili di legno dorato con riporti di bronzo, maniglie simili, capitelli, basi, rosoni, chiodi romani e nelle forme secondo i disegni esibiti" per l'appartamento impero fatto ristrutturarare da Giorgio Barbato Tozzoni. Le poltroncine dovevavo accompagnare un "canapè d'angolo", forse quello situato nella camera da letto che presenta gli stessi elementi stilistici e, probabilmente, in origine erano tappezzate con lo stesso tessuto in raso a righe.
Nei primi due decenni dell'Ottocento il Bassi, Giuseppe Sangiorgi e Giovanni Mingozzi erano i mobilieri più noti a Faenza. Aggiornati sul nuovo gusto impero francese, che in Italia godette di ampio consenso anche negli anni della Restaurazione, i mobilieri faentini tolsero il primato in Romagna alla bottega dei Bagnara di Imola.