cartone/ pittura a tempera
sec. XX (1968 - 1968)
L'opera è esemplificativa dello stile naif di Pietro Ghizzardi, artista che trascorse grande parte della vita a Boretto (RE), conducendo un'esistenza piena di stenti e privazioni, dedicandosi a umili e saltuarie occupazioni: fu bracciante, stradino e sterratore. Nel 1940 ebbe i primi contatti con il mondo dei segni, influenzato da un girovago disegnatore di decorazioni per tovaglie e biancheria. Nell'ambito della pittura escogitò una nuova tecnica: l'impiego della caligine che si condensa nelle canne fumarie e che costituisce il colore base che con giuste ed istintive diluizioni gli permetteva di ricavare una estesa gamma di grigi. Del resto, la sua produzione, come è ben evidente anche da questa opera, fu caratterizzata da supporti poveri, temi e stile "duri" ed "espressionisti".