Pinacoteca Comunale di Cesena
Via Aldini, 26
Cesena (FC)
Milani Giuseppe
1716/ 1798
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 58 (la) 59 (a)
sec. XVIII (1771 - 1771)
n. 113
La Vergine, con il piede sinistro sulla luna, è portata in gloria da uno stuolo di angeli, due dei quali le sorreggono il manto. Sul suo capo è sospesa la corona che le donano Cristo e Dio Padre, seduti sulle nubi. La colomba dello Spirito Santo infonde luce dall' alto mentre schiere d'angeli riempiono il cielo.

Nel 1866, in seguito alle soppressioni ecclesiastiche, pervenne al Comune di Cesena una serie di venticinque bozzetti di Giuseppe Milani relativi alla decorazione dell'area presbiteriale della Basilica benedettina dedicata alla Madonna del Monte. Il contratto tra il pittore e i committenti fu stipulato il 23 aprile 1772 e prevedeva che venissero affrescati "tutta la cupola interna, archi, sottarchi, pilastrate fino a terra tutto il coro e due archi collaterali alla sudetta cupola di detta chiesa" (si veda Frisoni 1988). Il Milani, parmense di nascita, ma cesenate di adozione, lavorò a questa impresa tra il 1773 e il 1774 insieme al figlio Sante. Secondo il Savini i bozzetti della Pinacoteca risalgono al 1771. L'inaugurazione del ciclo pittorico venne celebrata il 15 agosto 1794 con soddisfazione dei committenti e plauso di pubblico. Considerato il numero dei bozzetti la fase preparatoria dovette essere lunga e accurata ed è proprio in questi particolari così studiati che emerge la qualità pittorica dell'artista in grado di esprimersi con pennellate veloci e sicure. Le composizioni, di gusto "rococò", sono animate da un gran numero di figure e in esse si distinguono apporti bolognesi, parmensi, veneti e napoletani. A questo riguardo occorre segnalare la presenza a Cesena, tra il 1750 e il 1751, del molfettano Corrado Giaquinto che influenzò notevolmente il Milani. Prima di quell'incarico il pittore era stato chiamato in varie occasioni, fin dal 1747, a ridipingere parti cadute della decorazione seicentesca della navata nella stessa basilica o ad affrescare ex novo ambienti del convento e della chiesa. L'"Incoronazione", per il catino absidale, appare vivace "nella sintassi compositiva, nel ritmo turbinoso degli angeli e delle nubi sul fondo dorato, nel colore timbrico e nelle ombre colorate delle figure principali" (Frisoni).