Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
ambito veneziano (?)
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 200 (la) 128 (a)
sec. XVIII (1700 - 1710)
n. 302096
All'interno di una costruzione classicheggiante, riuniti intorno ad un mappamondo, sono matematici e astronomi con i loro allievi, tutti rappresentati secondo modi drammatici ed eccitati.

Prima della pubblicazione di Viroli (1993) non esistevano notizie relative a questo dipinto raffigurante "I geografi", di cui peraltro non si conosce l'originaria collocazione. Quel che è certo è che trattasi della copia con variante di alcuni originali eseguiti dall'artista veneziano Pietro della Vecchia (1602-3/1678). Questi, che con l'apporto di una nutrita bottega esegue dalla metà degli anni Quaranta del Seicento fino alla morte una vastissima produzione di quadri sullo stile di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Pordenone, Romanino e Palma il Vecchio, in alcune note composizioni pittoriche mostra matematici ed astronomi con i loro allievi. L'assunzione del repertorio veneto cinquecentesco lo accosta ai risultati di Maffei, dando luogo a tutta una serie di contatti tra i due non ancora sufficientemente indagati.
Non è possibile stabilire con esattezza a quale versione dei dipinti di della Vecchia debba pagare il tributo la tela in esame collocata alla Classense: alla versione pubblicata da Aikema (1984) definita "Astronomi con i loro allievi", segnalata presso una collezione privata insieme ad altra opera delle medesime dimensioni (219x141) raffigurante "Matematici con i loro allievi", ovvero a quelle, sempre indicate dallo stesso studioso, conservate al Museo di Bordeaux (inv. n. 5809; su tavola 31,5x45), in una collezione privata di Venezia ovvero alla Galleria Estense di Modena (inv. n. 246; tela 76,5x151). Pallucchini (1981) ne segnala un'altra versione presso una collezione privata di Bergamo.
Pietro della Vecchia, in tutte queste varianti dei Geografi manifesta una sensibilità prettamente barocca che muove da intenti volti a stupire lo spettatore con una gestualità dei personaggi persino esasperata: ne consegue, parafrasando Gambarin (1959-60; testo riportato da Pallucchini, 1981), che nel rappresentare drammaticamente ed in maniera eccitata gli aspetti delle sue scene, i suoi personaggi sono sovente caratterizzati da espressioni patetiche e sostanzialmente caricate, al punto da potersi definire quasi grotteschi. Alcune debolezze della composizione pittorica della copia in esame allontanano decisamente l'ipotesi che possa essere una ulteriore originale variante dell'artista veneziano: purtroppo in assenza di documenti d'archivio non è possibile conoscere il nome dell'autore, anche se Viroli (1993) riconduce la copia alla mano di un buon copista forse attivo agli inizi del Settecento. Il dipinto versa in pessime condizioni conservative.