Galli Ferdinando detto Bibiena
1657/ 1743
virginale poligonale (arpicordo)

legno di faggio,
legno di cipresso,
avorio,
legno di ebano,
osso,
legno di abete,
pergamena,
ottone,
ferro,
legno di bosso,
feltro,
legno di pero,
legno di agrifoglio,
penna di corvo
mm
lunghezza complessiva 1748,5-1751//larghezza complessiva 532
sec. XVI (1558 - 1558)
Struttura interamente originale, come pure la tastiera, eccettuati i rivestimenti dei tasti. I saltarelli sono nuovi e sono leggermente inclinati in avanti verso la tatiera. Le parti in faggio sono state attaccate da insetti xilofagi e i fori di sfarfallamento si notano sul piano in corrispondenza del somiere e del crivello, che normalmente non avrebbero subito questo attacco perchè il vipresso non è gradito agli insetti xilofagi. La tavola è stata raschiata e pulita malamente e la cassa dello strumento è verniciato in modo approssimativo con gommalacca.

Del costruttore, conosciuto come Ioseph Salodiensis, sono conosciuti tre soli strumenti, costruiti tra il 1559 e il 1574, conservati rispettivamente a Vienna, a Venezia e a Boston. Un quarto è di dubbia autenticità. Non c'è invece ragione di dubitare del virginale in esame, che per le caratteristiche generali è coerente con la firma sul frontale. Si tratta dunque di uno strumento di grande interesse e notevole valore storico. Il nome del costruttore è stato riferito all'estensore della scheda dal prof. Renato Meucci che ha recentemente rinvenuto a Venezia la documentazione riguardo al vero nome di Giuseppe da Salò. Al momento della redazione della scheda (ottobre 2001) questo dato non è ancora stato pubblicato e viene qui riportato con l'autorizzazione del prof. Meucci stesso.