Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna

Composizione affollata divisa su due piani, in alto: gloria di angeli che reggono la luce eterna. In basso: al centro e in diagonale il cataletto circondato da pie donne ove la figlia di Rufino si solleva al comando di Sant'Apollinare. Tutt'intorno folla di uomini che assistono al miracolo.

Il dipinto per l'Arciconfraternita della Morte, che aveva una dipendenza intitolata a Sant'Apollinare, fu trasferito in Certosa a seguito del breve di Pio VII ( 6 Agosto 1816) che conferiva l'officiatura di questa chiesa alla stessa confraternita. Secondo alcune fonti lo spostamento potrebbe risalire al 1615, tuttavia non è stata reperita nessuna documentazione certa. Analoghe considerazioni riguardano l'attribuzione dell'opera al Venturini, messa in discussione a favore di Bernardo Castello del quale probabilmente Venturini fu allievo (Fioravanti-Baraldi 1985).