Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Corso Ercole I d'Este, 21
Ferrara (FE)
CARRACCI Agostino

1557/ 1602
Altra Attribuzione: Carracci Annibale
dipinto

rame/ pittura a olio
cm. 47.5 (la) 26.5 (a)
sec. XVII (1600 - 1602)
Piccolo rame raffigurante l'Ultima cena. L'episodio si svolge all'interno di un edificio classico. Al centro è rappresentato Cristo e, ai suoi lati, i dodici apostoli. In primo piano è rappresentato uno sgabello sul quale sono appoggiati dei vetri ed un drappo di stoffa bianca.

Il piccolo rame era collocato, insieme al suo pendant, "La raccolta della manna" di Ludovico Carracci, nel grandioso tabernacolo di legno eseguito da Marcantonio Maldrati nel 1596-97 per l'altar maggiore della chiesa della Certosa. Scacciati i monaci in seguito alle soppressioni napoleoniche i due rami, insieme al "San Bruno genuflesso" già attribuito al Guercino, vennero trasportati nel palazzo del Magistrato (Canonici Fachini, 1819), e successivamente - con ogni probabilità attorno al 1836 - in Pinacoteca. Dopo il restauro del tabernacolo, nella metà dell'800 i due rami vennero sostituiti con opere di Francesco Saraceni (Canonici Fachini, 1859).
Nel 1914, su proposta della Commissione provinciale conservatrice dei monumenti di Ferrara, nonostante il parere contrario della Commissione municipale di belle arti dispiaciuta di dover privare la pinacoteca delle uniche due opere dei Carracci e contraria ad una destinazione diversa da quella originaria, i due rami tornarono in Certosa per essere collocati nel parapetto del nuovo altare maggiore della chiesa ideato da Adolfo Magrini. Lì si trovavano ancora nel 1944, allorchè ne venne ordinato il trasferimento nella parrocchiale di Stellata per evitare che venissero danneggiati dai bombardamenti. Anche questa collocazione si rivelò poi inadeguata data la posizione geografica della frazione adagiata sul fiume Po.
Il piccolo rame, insieme al pendant, viene costantemente attribuito ad Agostino Carracci, salvo un virage nel corso del XIX secolo dovuto a Girolamo Scutellari che assegna l'"Ultima cena" ad Annibale decretandone, in ambito ferrarese, la maggior fortuna critica. La critica moderna, ad eccezione di Rouches (1913) che continua a sostenere la paternità di Annibale, ha riproposto l'attribuzione ad Agostino.
L'opera è replica di un quadro di soggetto analogo oggi al Prado, databile agli anni 1994-95. Si tratta di una delle ultime realizzazioni del maestro prima della sua morte.