Pinacoteca Civica "G. Cattabriga"
Piazza Garibaldi, 9
Bondeno (FE)
Cantarini Simone detto Pesarese
1612/ 1648
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 130 (la) 210 (a)
altezza cornice 250//larghezza cornice 170
sec. XVII (1635 - 1637)
n. 599
Dipinto ad olio su tela raffigurante San Giovanni Evangelista a figura intera e di tre quarti. Il santo, vestito di una tunica scura e di un ampio mantello rosso, tiene tra le mani una pagina manoscritta (forse con l'inizio del suo Vangelo) mostrandola allo spettatore. Alla sua destra compare un'aquila nera con becco e ali semiaperti. Sullo sfondo si intravede un paesaggio marittimo mentre grossi nuvoloni neri, appena illuminati da un raggio di luce mistica proveniente da sinistra, rigano il cielo.

L'opera fu dipinta da Simone Cantarini, detto il Pesarese, attorno al 1635-37 per la bolognese famiglia Pepoli. Uno degli ultimi discendenti della famiglia, il marchese Giocchino, dopo aver soggiornato per sette anni nella villa che possedeva a Stellata di Bondeno, accomiatandosi nel 1877 per tornare a Bologna, decise di donare al Comune questa opera ritenendo che essa rappresentasse il protettore di Bondeno (che in realtà è San Giovanni Battista). Dopo il 1877 del dipinto si perse memoria, tanto che nella monografia del Mancigotti su Cantarini (1975) fu inserito tra le opere disperse. Il merito di aver riscoperto e identificato l'opera, poco nota agli studiosi per la collocazione periferica e le cattive condizioni di conservazione che la rendevano pressochè illeggibile, va a Ranieri Varese. In un articolo del 1977 egli ipotizza che il modello di Cantarini per la figura dell'Evangelista sia stato Girolamo Rossi, pittore di bellissimo aspetto, allievo di Reni e amico del Pesarese. Varese collega al dipinto altre opere in cui compare il medesimo volto, e inoltre un'incisione di Flaminio Torri e due disegni rispettivamente a New York e Oxford.
Nel 1988, in occasione della mostra "Giovan Francesco Guerrieri" allestita prima a San Severino Marche, poi a Bologna, la tela è stata restaurata dal prof. Ottorino Nonfarmale, il quale ha recuperato la figura dell'aquila ai piedi del santo, prima illeggibile per l'ossidazione delle vernici.