Strada Maggiore, 44
Bologna (BO)
tela/ pittura a olio
sec. XVIII (1755 - 1755)
Il ritratto di dama, già riferito da Malaguzzi Valeri (1927, 1928) a Giuseppe Maria Crespi, è stato attribuito al figlio Luigi da Lazareff (1928), poi da R. Longhi (1935). Esso è considerato uno dei capolavori di Luigi Crespi, eseguito all’apice della sua maturità artistica, con piena padronanza di mezzi espressivi, aggiornati sui grandi esempi della ritrattistica europea di metà Settecento.
Abbandonato il confronto col padre, egli attinge ormai liberamente alle novità incontrate durante il suo viaggio all’estero compiuto nel l752, passando per Venezia Trieste, fino alle corti di Vienna e Dresda (F. Frisono, 2001).
“Non solo il confronto diretto con i modelli della ritrattistica francese, ma le diverse “scuole” artistiche europee si offrono alla sua riflessione, che progredisce anche sotto il profilo teorico.” (Graziani, 2013)
La stesura si fa compatta e brillante, con graduali passaggi di toni. “nitida resa ottica dei dettagli”, con “punte di virtuosismo” (A. Mazza, 1987). Il personaggio si pone in modo naturale e disinvolto, ormai lontano dai modelli tardo-barocchi.