Boldini Giovanni
1842/ 1931
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 98.5 (la) 170 (a)
con cornice 207 x 128.5 x 14.5 cm
sec. XIX (1891 - 1891)
n. 1364
Il fanciullo ritratto nell'atelier di Boldini è probabilmente uno dei due figli del diplomatico cileno Ramòn Subercaseaux Vicuňa, notabile famiglia residente a Parigi dal 1874. Dalle "Memorias" del figlio maggiore Pedro apprendiamo che il padre commissionò al pittore alcuni ritratti della famiglia, tra cui uno che lo raffigura mentre disegna assieme al fratello (risalente al 1887, si trova in collezione privata). Il raffronto fra questa immagine di Pedro e il dipinto del museo ferrarese indurrebbe a sostenere che in quest’ultimo a posare sia proprio il maggiore dei due fratelli (Guidi in Da Boldini a De Pisis, p. 40).
L'atteggiamento naturale e disinvolto del ragazzo rivela il legame confidenziale tra Boldini e i Subercaseaux, iniziato grazie alla mediazione di John Singer Sargent. L'inquadratura poco convenzionale, la vivacità dello sguardo e l'irrequietezza dell'esile figura dimostrano una sottile introspezione psicologica.
Ancora una volta Boldini ha creato mirabili accordi con poche tinte e restituito in modo raffinatissimo svariate qualità materiche mantenendo viva la lezione dei grandi maestri della ritrattistica spagnola, Velázquez innanzitutto.
Grazie a quest'opera il pittore ottenne una medaglia d'oro di prima classe alla terza Jahresausstellung di Monaco del 1891 e gli onori della critica tedesca (ibidem).
Per la lunga e complessa trattativa di acquisizione si veda la documentazione relativa all'accordo tra gli eredi di Emilia Cardona e il Comune di Ferrara, ossia la consegna dell'opera a titolo di comodato da convertire in proprietà una volta conclusi i lavori alla tomba Boldini in Certosa, a cura e spesa del Comune. Per la risoluzione del contratto si veda inoltre la delibera comunale del 10 giugno 1982 (copie documenti in Archivio GAMC).