Turchi Gaetano
1817/ 1851
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 175.5 (la) 135.5 (a)
con cornice 155.5 x 195 x 10.5 cm
sec. XIX (1840 - 1840)
n. 68
Il concitato dinamismo della composizione restituisce in modo drammatico l'evento biblico e lo sforzo estenuante per raggiungere la salvezza.
Da un punto di vista strettamente stilistico l'opera è innanzitutto debitrice della cultura classicista dei modelli seicenteschi emiliani e romani, liberamente interpretati grazie alla “avanguardia romantica” mediata dagli insegnamenti di Giuseppe Bezzuoli durante i corsi accademici a Firenze.
Il “Diluvio” è considerato, dopo il “Tasso in Sant’Anna” (1838) e il “Gesù cibato dagli angeli nel deserto” (1839), l’ultima prova esemplare de “la trilogia della formazione” (Marcello Toffanello, “Il concorso accademico fiorentino del 1840 e la maturità artistica di Gaetano Turchi”, in “Per Gaetano Turchi. Due restauri e una donazione”, Quaderni di restauro 2, Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Ferrara 1998, p. 7), che valse a Gaetano Turchi il premio “accessit” conferito dall'Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 1840.
Dopo l’esposizione presso l’accademia fiorentina e la Scuola d’ornato di Ferrara, il dipinto fu subito acquisito dal Municipio ferrarese in cambio di una borsa di studio al giovane artista per il completamento degli studi (ibidem; cfr. inoltre Boari Ghe 1995, pp. 71-72).