tela/ pittura a olio
sec. XIX (1867 - 1867)
E' riproposta, qui, in chiave risorgimentale, l'iconografia dell'arresto di Cristo, tema elaborato soprattutto da Caravaggio e dai suoi seguaci: Ademolio, molto versatile nel linguaggio pittorico in cui si esprime usando una cromia "smaltata", recupera istanze caravaggesche non solo tematiche e compositive, ma anche stilistiche e luministe, come ne L'Eccidio della famiglia Tavani Arquati, fatto di cronaca del 1867 ed eseguito da Ademollo in quell'anno, quindi coevo di Ugo Bassi nel carcere. Maurizio Corgnati ne fece una breve, ma incisiva, lettura critica: "La scena, tagliata a mezze figurere... illuminata da una luce radente di fianco, di grande effetto drammatico... illumina in pieno il nobile volto di Ugo Bassi", ideale Cristo vicino alla consapevole condanna; il dragone che lo minaccia è la figura determinante nella soluzione compositiva del quadro: la sua posizione obliqua, accentuata dal fucile, sbarra la profondità della scena ed il suo elmo non è il reale kepì austriaco, ma la reinterpretazione dell'"elmo di innumerevoli scene della passione di Cristo" (tratto da Collina, 1993).