Pinacoteca Civica "Graziano Campanini"
Via Rizzoli, 2
Pieve di Cento (BO)
Scarsella Ippolito detto Scarsellino
1550 ca./ 1620
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 138 (la) 221 (a)
sec. XV (1610 - 1615)
n. 3587
San Michele è ritratto in atto di scagliare la lancia che trafiggerà Satana steso a terra, San Giacomo trionfante ostenta la sua fisicità monumentale coperto da un drappo rosso. Il committente Alessandro Mastellari è posto di profilo, in abito scuro, con lo sguardo rivolto verso i Santi. Centrale alla simmetria del dipinto è il piede di San Michele, che schiaccerà il demonio.

San Michele, fulcro centrale del dipinto, è simbolo di riminescenze emiliane, più in specifico bolognesi vicine al registro accademico dei Carracci dai quali è mutuato il gesto retorico e la luminosità che conferisce plasticità alla figura. Lo Scarsellino frena la sua irruenza pittorica concedendosi solo a tratti una libertà espressiva (Gozzi F.) frutto del bagaglio culturale formato durante gli anni veneziani, ove conosce i paesaggi nordici di cui ci fornisce un assaggio con l'ambientazione carica di nubi e le forti coloriture rosse come quella del manto di San Giacomo. L'atmosfera ricorda anche la pittura del Guercino, all'epoca nel pieno della carica naturalistica (Gozzi F.).


Il dipinto è ricordato nel testamento di A. Mastellari del 1615 in cui viene fatta richiesta di sepoltura nella cappella dedicata a San Michele arcangelo e San Giacomo, presso la Collegiata. Fa seguito ad un altro dipinto commissionato allo Scarsellino, la "Natività di Maria" per Santa Maria al Voltone, del quale molti critici sottolineano la superiore qualità esecutiva. Mastellari è ritratto come uomo umile e modesto, immagine lontana dell'ambiente notarile da cui la famiglia proviene e grazie al quale egli raggiunge i massimi vertici delle istituzioni politiche e religiose del paese (Rossoni E.).