Raccolta d'Arte della Provincia di Modena
Viale Martiri della Libertà, 34 (sez. Storica); Viale delle Rimembranze, 12 (sez. Contemporanea)
Modena (MO)
Rubbiani Felice
1677/ 1752
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 152 (la) 77 (a)
sec. XVIII (1700 - 1740)
n. -
Il dipinto raffigura una natura morta ambientata fra elementi architettonici di gusto rovinistico – un basamento sulla destra e un rocco di colonna sulla sinistra – mentre sullo sfondo si apre una veduta paesaggistica nella parte sinistra della composizione. Sul basamento posto di sbieco, che funge da quinta, un’alzata di vetro contiene mele (si direbbero mele campanine) e uva galletta; pere, melagrane, susine, una zucca, grappoli di uva sono disposti nella parte destra della composizione; sulla sinistra attorno a un frammento di fusto di colonna, cresce un rampicante di campanule. Nello sfondo, il brano di paesaggio si presenta cupo, sotto un cielo corrusco.

L’opera appartiene a una serie di quattro tele di Felice Rubbiani, raffiguranti nature morte, riconosciute all’artista da Alfonso Garuti (1980) sulla base di considerazioni stilistiche, ancora contenute nelle originarie cornici in pioppo (restaurate da Germano Bertolani di Modena nel 1994). Giunta all’Educatorio di San Paolo di Modena probabilmente come dono di famiglia benefattrice, la serie di nature morte fu esposta nel refettorio, come si deduce da una fotografia databile attorno al 1930; fu assunta in carico dalla Provincia di Modena il 30 novembre 1985, assieme ad altre opere d’interesse storico-artistico dello stesso Educatorio, trasformatosi in Fondazione San Paolo-San Geminiano nel 1998; attualmente è in deposito nella Raccolta d’Arte della Provincia.
Nel catalogo di Rubbiani, i dipinti si collocano nei primi decenni del Settecento, in epoca anteriore all’adozione della cromia vivida e chiara che connota le opere più tarde, come riporta Girolamo Tiraboschi nel profilo dell’artista nella Biblioteca Modenese (1786). Le quattro nature morte, dalle tonalità ancora scure, possiedono un tono rustico e pittoresco: in un gaio disordine, esibiscono i frutti delle varie stagioni propri della campagna modenese, fra le foglie accartocciate che costituiscono uno dei motivi stilisticamente distintivi dell’autore; accanto, le note vivaci di pappagalli, di un gallo, di una gallina, e alcune suppellettili come un bacile in ceramica o un’alzata in vetro, secondo un gusto per la natura morta con presenze accessorie in funzione decorativa assai radicato nel collezionismo fiorito attorno alla corte estense nel Sei e Settecento.