Museo d'Arte della Città
Via di Roma, 13
Ravenna
Ruffini Giulio
1921/ 2011
carta/ stampa calcografica/ acquaforte
mm. 245 (a) 325 (la)
cm.  348 (a) 499 (la)
sec. XX (1970 - 1978)
La rappresentazione è da inquadrare in un ciclo di opere che Ruffini dedica all'Italia a partire dagli anni '70. Nei primi esempi la nazione viene personificata da una giovane donna circondata da attributi come la bandiera, il nastro tricolore, la carta geografica, lo stivale. A questi si aggiungono elementi che imprimono una connotazione fortemente negativa, di denuncia della condizione contemporanea. L'immagine di un'Italia corrotta e vanagloriosa viene descritta mediante il ritratto di un corpo femminile spesso mutilato, disarticolato e circondato da specchi, o con sequenze narrative che raccontano in forma allegorica un'aggressione e il progressivo disfacimento.
L'opera è parte di una raccolta comprensiva di 266 stampe calcografiche, donate da Primo Zambrini alla Pinacoteca di Ravenna. Tale lascito si compone di una parte significativa della produzione incisoria dell'autore dal 1953 al 1999. Vi si trovano rappresentati, nelle diverse soluzioni narrative, i fondamentali temi affrontati da Ruffini a partire dai suoi esordi: dalle libere composizioni di oggetti d'uso domestico alle vedute urbane; dai monumenti alla madre e alla civiltà contadina alle allegorie dell'Italia sotto il fascismo. Numerose opere a stampa tratte dalle matrici da cui provengono le opere della collezione Zambrini, sono state donate dall’artista al Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo.