Artisti, artigiani, architetti, produttori

Albano Laziale (RM) , 1852 - Roma (RM) , 1930
pittore

Nato ad Albano Laziale nel 1852, fu allievo di Palizzi e Morelli all'Istituto di Belle Arti di Napoli. Particolarmente interessato allo studio della pittura seicentesca e ai suoi effetti luministici, fino al 1873 divise lo studio con Vincenzo Gemito. In questo primo periodo napoletano fu vicino all'espressione e alle tematiche di Gioacchino Toma (soggetti patetici e popolari). Nel 1875 è a Parigi, si lega alla galleria Maison Goupil e poi al mecenate e pittore olandese Mesdag. Incontra gli Impressionisti, si indirizza a una pittura più luminosa: tavolozza bruna e tessuto cromatico chiaro, progressiva evoluzione verso un'istintività disegnativa e cromatica esuberanti e impetuose. Nel '79 torna a Napoli e nell'83 si stabilisce a Roma, legato da un contratto con due mercanti d'arte: prima al Messinger, poi al Du Chéne, che gli mette a disposizione una villa a Frascati. Nel terzo periodo, dopo il 1880, i suoi soggetti, costantemente ancorati al verismo napoletano, sono sempre più fagocitati dal vortice "cromatico-materico" del colore e della pennellata "sfarfallante". Nel 1929 è nominato Accademico d'Italia. Mancini produsse moltissimo. Espose alla Biennale di Venezia fin dalla fondazione. Sue opere sono nelle raccolte pubbliche di tutto il mondo (un numero notevole è al museo dell'Aja, lascito Mesdag). Nel 1962 gli fu dedicata a Milano una importante mostra: un'altra nel 1987 nel museo di Dordrecht, in Olanda.

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