Artisti, artigiani, architetti, produttori

Bologna (BO) , 1845/09/19 - Bologna (BO) , 1914/03/11
pittore/ decoratore/ ceramista

Leonardo Banzi detto Luigi nacque a Bologna da Ugo e da Rosa Ognibene. Grazie a una ricerca condotta sui registri battesimali della Cattedrale di San Pietro, risulta che Ugo Banzi, di Gaetano e Orsola Santi, nato il 25 settembre 1800 ebbe dalla prima moglie Rosa Ognibene tre figli, Giuklia nel 1844, Leonardo nel 1845 e Natale nel 1846. Dalla seconda moglie Diomira Giugni tre figlie, Virginia, Adelaide, Enrica. La supposizione iniziale che Leonardo potesse essere Luigi, per soprannome o nome d'arte, ha trovato conferma nella successiva ricerca anagrafica: sul certificato di morte, annotato a mano, si legge infatti "Si chiama Leonardo detto Luigi". Nel volume di Messeri e Calzi (1909), descrivendo pregio e ricchezza di produzione della fabbrica "A. Farina & C." citano gli artisti faentini e non che vi lavoravano. Fra questi accanto ad altri viene menzionato "il forte decoratore bolognese Luigi Banzi". Ennio Golfieri (L'arte a Faenza dal Neoclassico ai nostri giorni. Faenza 1975-1977) ricorda che "nella nuova Fabbrica Farina operarono oltre ad artisti e maestranze faentine, anche forestieri, in modo particolare lo scultore Malpieri per le parti modellate, il pittore Luigi Banzi per le vedute e i paesaggi". Le succitate menzioni si riferiscono al periodo 1872-1877 in cui Banzi Lavorò come orantista e paesaggista della "Farina & C." fra i "giovani" così definiti da Messeri e Calzi, come Francesco Rava, Domenico Marcucci, Tomaso Dal Pozzo, Giovanni Gulmanelli, Romeo Savini, pietro Damiani, Ercole Fabbri, tutti faentini. Luig Zauli Naldi (Angelo Marabibi alla Manifattura Ginori di Doccia. In: "Faenza", 1946, n. 1, pp. 22-25) ipotizza che potesse essere Banzi l'anonimo pittore raccomandato al marchese Ginori dallo scultore ravennate Enrico Pazzi, per subentrare al pittore calabrese Benassi deceduto, prima di Marabini preferito perchè valente pittore, orantista, paesista e anche figurista, qualità quest'ultima in cui il Banzi non eccelleva. Sul verso di un piatto di proprietà privata compare la marca "Fabb. L.Banzi Faenza". E' questo l'unico indizio dell'esistenza di una fornace sua, di cui si ignorano tutte le caratteristiche dall'ubicazione alla produzione, alle maestranze, al periodo di attività. Dirani (Ceramiche ottocentesche faentine. Faenza, 1992) ha pubblicatoun documento del 22 gennaio 1874 in cui Banzi richiede al Comune di Faenza l'uso di una sala della Residenza Municipale per eseguire un lavoro su commissione di Aliprandi, richiesta non accolta dal Comune. Il documento porta la firma per esteso, Luigi Banzi, pittore. Un contatto intercorso con una nipote di Banzi ha consentito un cero arricchimento di informazioni sull'attività di pittore di numerose tele o affreschi in molte ville del bolognese di cui purtroppo non si conosce ubicazione o attuale esistenza. Sono di Banzi le decorazioni del porticato della Banca d'Italia in piazza Cavour, angolo via Farini a Bologna. Negli ultimi anni di vita ebbe dal Comune di Bologna l'incarico di scenografo del Teatro Comunale.

La pittura su maiolica a Faenza nel secondo Ottocento, (a cura di) Santa Cortesi, presentazione di Carmen Ravanelli Guidotti, Faenza, Casanova, 2002, pp. 165-170.


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