Artisti, artigiani, architetti, produttori

Faenza (RA) , 1886/04/03 - Faenza (RA) , 1972/06/29
ceramista/ scultore/ pittore

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È coetaneo degli altri artisti faentini che costituiscono il cosiddetto cenacolo baccariniano: Domenico Baccarini, appunto, e poi Giuseppe Ugonia, Domenico Rambelli, Giovanni Guerrini, Ercole Drei, Francesco Nonni, Orazio Toschi e Pietro Melandri.
Frequenta la scuola d'arti e mestieri nella città natale dove, sotto il magistero del pittore Antonio Berti, si dedicò allo studio del disegno e della plastica. Contemporaneamente agli studi intraprende la sua prima esperienza lavorativa presso la Fabbrica di Maioliche dei fratelli Venturino e Virginio Minardi: soprattutto quest'ultimo gli fu maestro nell'arte della ceramica.
Nel 1906 espone alla Mostra di arti figurative faentine e nel 1908, sempre in Faenza, partecipa come scultore all'Esposizione torricelliana (I Mostra biennale romagnola d'arte) conseguendo il secondo premio del settore, con relativo conferimento della medaglia d'argento.
Tra il 1909 e il 1911 studia all'Accademia di Belle Arti di Firenze e nel 1913 si trasferisce a Roma dove rimane fino all’avvio del conflitto bellico.
Nel 1919 torna a Faenza e lavora presso le Manifatture ceramiche (ex Fabbrica Farina), dove rimane fino al 1924; quindi passa nella Faventia Ars dei fratelli Francesco ed Ezio Castellini e di Luigi Masini restandovi fino al 1928, quando apre, in società con Luigi Montabilini, la bottega Gatti & C.
Sebbene la produzione ceramica della bottega ha in prevalenza carattere tradizionale, nel 1928 è tuttavia prescelta per la realizzazione di ceramica futurista. Promotore dell'iniziativa è il giornalista Giuseppe Fabbri e vi collaborano artisti come G. Balla, Benedetta Cappa, F.T. Marinetti, M.G. Dal Monte, G. Dottori, Remo Fabbri e altri ancora. Alla prima mostra della ceramica futurista, allestita presso la sede della Società Musicale "G. Sarti" di Faenza il 28 ottobre 1928, Riccardo Gatti presenta molti pezzi eseguiti nella propria bottega che suscitano grande interesse e gli procurarono ordinazioni da varie zone d'Italia. All’esposizione faentina seguono diverse mostre d'arte futurista a Roma, Mantova e Imola. Nel 1929 prende parte all'Esposizione Internazionale di Barcellona e alla collettiva "Trentatré futuristi" allestita alla Galleria Pesaro di Milano, dove è uno dei due artisti - l'altro era Tullio d'Albisola - presenti con opere di ceramica.
Terminata questa breve parentesi la produzione di Riccardo Gatti si rinnova negli anni Trenta anche per sollecitazione di Gio Ponti che nei primi mesi visita le botteghe di M. Ortolani, P. Melandri e R. Gatti, dando indicazioni per nuove forme e decorazioni. E proprio in quegli anni Riccardo Gatti comincia a sperimentare smalti opachi, riflessi e lustri metallici. Soprattutto con quest'ultima tecnica, dopo innumerevoli prove e tentativi, riesce ad ottenere toni ed effetti particolari.
I suoi lavori ricevono riconoscimenti in esposizioni nazionali (nel 1932 all'Esposizione di Bologna, nel 1933 alla Mostra Regionale dell'Artigianato di Parma, nel 1934 alla Fiera Campionaria di Firenze, nel 1935 alla IX Fiera di Bologna), ma anche in occasione di manifestazioni internazionali, come l'Esposizione internazionale di Parigi del 1937 e quella di Berlino dell'anno seguente, che gli frutta una medaglia d'oro. Sempre negli anni Trenta l'artista presenta lavori suoi e della sua impresa alla Triennale di Milano (1933, 1936, 1940).
Nel dopoguerra Riccardo Gatti intensifica la sua attività di scultore, sia in Italia sia all'estero, con opere anche di notevoli dimensioni per edifici religiosi e civili, come pannelli in bassorilievo e plastiche a tutto tondo. Partecipa, inoltre, a varie mostre e concorsi ottenendovi anche dei premi: i concorsi nazionali e internazionali della ceramica d'arte contemporanea di Faenza (IV edizione del 1942, XII edizione del 1954, XV edizione del 1957) e di Vicenza (premio Palladio nel 1959) e le Mostre internazionali dell'artigianato di Firenze (medaglia d'oro nel 1960).
Riccardo Gatti muore a Faenza il 29 giugno 1972.
La sua opera è documentata largamente presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e nel museo che il nipote e il pronipote dell'artista, Dante e Davide Servadei, hanno inaugurato nel 1998 presso la Bottega Gatti che ne prosegue tuttora l'attività, collaborando con grandi artisti, tra i quali: Marcello Morandini, Ico Parisi, Oreste Quattrini, Alberto Burri, Sebastian Matta, Mimmo Palladino, Giosetta Fioroni, Luigi Ontani.

PARTECIPAZIONI AL CONCORSO NAZIONALE DELLA CERAMICA DI FAENZA
I edizione del 1938;
III edizione del 1941;
IV edizione del 1942 (secondo classificato al TEMA 2 “Servizio completo da tavola per sei persone”, vincitore del TEMA 4 “Vaso decorativo”);
VI edizione del 1946;
VII edizione del 1948;
VIII edizione del 1949 (invitato a partecipare fuori concorso);
IX edizione del 1950 (invitato a partecipare fuori concorso);
X edizione del 1952 (invitato a partecipare fuori concorso);
XI edizione del 1953 (invitato a partecipare fuori concorso);
XII edizione del 1954 (vince il Primo Premio della Camera di Commercio ex aequo con Michele Esposito);
XIII edizione del 1955;
XIV edizione del 1956;
XV edizione del 1957 (medaglia d'oro della Presidenza del Senato della Repubblica);
XVI edizione del 1958;
XVII edizione del 1959;
XVIII edizione del 1960.

Riccardo Gatti, maioliche a riflessi, Faenza, Litografica Faenza group, 1995.

V. Terraroli, Ceramica Italiana d’autore: 1900-1950, Skira, 2007.

B. Buscaroli, Romagna futurista, Cinisello Balsamo, Silvana, 2006.

F. Bertoni, J. Silvestrini, Ceramica italiana del Novecento, Electa, Milano, 2005.

Stefano Dirani, Profilo biografico, in "Riccardo Gatti (1886-1972): ceramiche", a cura di G. C. Bojani, catalogo della mostra (Faenza, Palazzo del Podestà, 12 settembre-18 ottobre 1987), Faenza, Comune di Faenza, 1987, pp. 13-20

12° Concorso nazionale della ceramica, Faenza, 19 giugno-4 luglio 1954, Faenza, F.lli Lega, 1954, p. 36.

MENZIONE DELL’ARTISTA NELLA RIVISTA «Faenza»: a. XXIX, 1941, fasc. VI, p. 107; a. XXX, 1942, fasc. IV–VI, p.101; a. XXXV, 1949, fasc. III, p. 87; a. XXXVI, 1950, fasc. VI, p.145; a. XL, 1954, fasc. III–IV, p. 84.

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