arredi e suppellettili
Asia sudoccidentale, stile qajar
ceramica faenza modellatura a stampo/ essiccazione/ ingobbiatura/ smaltatura/ cottura
cm 25,5 (la) 25,5 (l)
sec. XX
n. 23490
Mattonella in ceramica faenza di forma quadrata foggiata a stampo, con rilievo centrale a forma di stella a otto punte. Sul verso presenta una struttura tubolare.

decorativa
Smaltata in blu, presenta una serie di motivi fitomorfi bianchi con rifiniture in nero.Il soggetto principale, inserito nella cornice a stella in rilievo, è un principe incoronato e munito di mantello e bastone. Il bordo della stella è in nero con motivi ornamentali bianchi.

Il nucleo di appartenenza dell'oggetto è stato donato al MIC nel 1985 da Francesca Bonardi Tucci, moglie del noto orientalista Giuseppe Tucci, ma l'acquisizione formale è datata 1991, da atto notarile. Nei cinque anni precedenti la collezione era già depositata presso il Museo. È frutto di un rapporto sorto negli anni '60 tra Gaetano Ballardini, fondatore e storico direttore del museo faentino, e Giuseppe Tucci che, durante i suoi viaggi di studio, raccolse oggetti di provenienza asiatica anche per conto del MIC. Tradizionalmente nell'area iraniana (Iran-Afghanistan) il corpo dei manufatti in ceramica è di pasta rossa su cui si applica un ingobbio bianco e successivamente pitture realizzate con impasti di argille liquide colorate - a volte anche decorazioni con la tecnica dello sgraffiato. I manufatti sono poi invetriati a piombo. Sotto l'invetriatura piombifera i colori tendono a sbavare. Molto diffusa è anche la "pasta fritta" invetriata a piombo, che fu introdotta per replicare gli oggetti in ceramica di provenienza cinese. Per lo stesso motivo i colori che spesso si ritrovano sono il blu e il bianco, specialmente nelle ceramiche prodotte a partire dal Diciannovesimo secolo, anche se i manufatti in stile #qajar# (secc. XIX-XX) spesso sono realizzati in giallo, rosa, viola e blu, utilizzati in diverse tonalità.