Museo di San Domenico
Via Sacchi, 4
Imola

strumenti e accessori
Africa settentrionale
legno modellatura/ levigatura/ foratura
metallo forgiatura/ saldatura
cm 151 (l)
lunghezza fusto e calcio 80,
lunghezza canna 120,
calibro 16,5
sec. XIX fine - sec. XX inizio
n. 16624
La canna del fucile è fissata al fusto grazie a una fascetta fatta con fili di ferro. In prossimità dell'imboccatura sono fissate due lamine metalliche arrotolate, che presumibilmente erano usate per fissarvi la cinghia. La presenza sul calcio di un'altra lamina arrotolata sembra avvalorare tale ipotesi. Il calcio, in legno, diviso in due parti (calcio - calciolo)presenta i bordi superiore e inferiore assai concavi.

arma da combattimento
Il meccanismo di sparo è costituito da da un cane esterno a martelletto che dispone di un alloggiamento per la pietra e che colpisce l'acciarino nel premere il grilletto
Il nucleo principale di manufatti d'origine africana è stato acquisito dal Museo nel 1944, per donazione del Generale Carlo Manara, militare di carriera che fra il 1887 e il 1912 fu inviato in Eritrea, e poi in Libia, per ragioni di servizio - dapprima inquadrato nel Battaglione Cacciatori, poi nel 7° Battaglione Indigeni, e infine Comandante del Reparto Ascari di Derna. La sua collezione fu esposta per intero nel 1927 a Imola nel corso della Mostra Coloniale Nazionale (24 novembre - 8 dicembre). Oltre agli oggetti donati dal generale, provenienti essenzialmente dall'area etiopica e eritrea, in seguito furono inoltre acquisiti altri pezzi dal canonico Enrico Bedeschi, cappellano militare, che recò in dono manufatti originari della stessa area geografica. Nel corso degli anni sono stati aggiunti altri oggetti regalati da altri collezionisti privati.