Artisti, artigiani, architetti, produttori

Modigliana (FC) , 1826 - Firenze (FI) , 1895
pittore

Silvestro Lega nasce da Antonio, proprietario terriero e dalla sua seconda moglie, l'ex domestica Giacoma Mancini. Dal 1838 studia nel collegio degli Scolopi di Modigliana e, avendo mostrato una buona propensione al disegno, nel 1843 si trasferisce col padre a Firenze per iscriversi all'Accademia di Belle Arti dove segue i corsi di Benedetto Servolini, Tommaso Gazzarrini e Giuseppe Bezzuoli. Tra il 1845 e il 1846 frequenta soltanto la scuola accademica di nudo, studiando privatamente nella scuola di Luigi Mussini e dello svizzero Franz Adolf von Stürler, allievo di Ingres, pittori puristi. Nel 1848 è volontario nella guerra contro l'Austria, insieme a Mussini, ad altri allievi dello studio e al fratello Carlo. Rientrato a Firenze alla fine del 1849, non soddisfatto dell'insegnamento del Mussini nel 1850 passa nello studio di Antonio Ciseri che lo incoraggia a dipingere il suo primo quadro, l'"Incredulità di san Tommaso" (1850) ora conservato nell'Ospedale Civile di Modigliana. Nel 1852 Lega vince il concorso triennale bandito dall'Accademia con la tela "David che placa col suono dell'arpa le smanie di Saul travagliato dallo spirito malo". La frequentazione del famoso ritrovo artistico del Caffè Michelangelo, dove, per il carattere timido e schivo, mantiene una posizione appartata, lo spinge ad abbandonare la pittura purista per avvicinarsi al realismo. Il 30 gennaio 1853 diviene socio dell'Accademia degli Incamminati di Modigliana. Tra il 1855 e il 1857 Lega torna nel paese natale dove il 26 giugno 1857 riceve la commissione dalla Pia Opera di Modigliana di quattro lunette per la chiesa della Madonna del Cantone, ultimate nel 1863. Nel 1859 partecipa al concorso indetto da Bettino Ricasoli, ottenendo un premio minore con "La battaglia di Varese", opera non rintracciata. Lega esegue molte tele di soggetto militare, tra cui "Imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia" e "Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione", esposte entrambe nel 1861 alla Promotrice di Belle Arti e alla I Esposizione Nazionale Italiana alle Cascine fiorentine. L'anno successivo inizia la stagione più felice dell'artista: ospite dalla famiglia Batelli nella casa lungo il torrente Affrico, si lega sentimentalmente alla figlia maggiore Virginia; inizia ricerche pittoriche en plein air e promuove, con Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani e Raffaello Sernesi, la nascita della scuola di Piagentina, piccola località nei dintorni di Firenze. Qui compone alcuni dei suoi quadri più noti, del 1863 sono: "Il primo dolore" e "L'educazione al lavoro" (Montecatini Terme, Collezione Dini). Del 1864 è "La curiosità"; successivi sono "Il canto di uno stornello", (1867) e "Una visita", (1868). Dopo aver ottenuto notevole successo alla Promotrice genovese e alla Nuova Promotrice fiorentina nel 1865, in occasione di Firenze capitale e del Centenario dantesco, Lega presenta due opere ad una mostra organizzata dai Macchiaioli nelle sale dell'Accademia. All'Esposizione Nazionale di Parma del 1870 presenta "Bambine che giocano alle signore", premiato con la medaglia d'argento. La morte per tubercolosi, in quell'anno, di Virginia Batelli gli provoca una crisi depressiva aggravata dal manifestarsi di una malattia agli occhi. Nel 1873 dipinge "Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini"; nel 1875 apre, insieme con Borrani, una galleria d'arte in piazza Santa Trinità che però chiude per fallimento l'anno dopo. Nel 1878 partecipa all'Esposizione Universale di Parigi con "Il cuoco", (ubicazione ignota) e l'anno dopo con "La lezione", ora nel Municipio di Peschiera del Garda, alla I Mostra internazionale Società Donatello. In difficoltà economiche, nei primi anni Ottanta Lega frequenta la famiglia Tommasi, come maestro dei figli Adolfo, Angiolo e Lodovico, a Bellariva, presso Firenze e nella loro villa a Crespina, presso Pisa. Dal 1886, grazie all'interessamento dell'allievo Angiolo Tommasi, conosce e frequenta la famiglia Bandini nella villa di Poggio Piano al Gabbro, nell'entroterra livornese; qui inizia a dipingere le Gabbriggiane, paesaggi e figure locali, e sperimenta la tecnica del pastello; dipinge ormai solo ritratti e paesaggi dal colore sfatto. Nel 1889 partecipa all'Esposizione Universale di Parigi e alla Promotrice di Firenze. Tra il 1892 e il 1893 al disturbo agli occhi, una cataratta che lo rende quasi cieco, si aggiunge un tumore allo stomaco che lo porterà presto alla morte. Nel 1894 cerca invano di vendere allo Stato il dipinto "Riposo di una gabbriggiana", ora in collezione privata. L'anno dopo muore all'ospedale fiorentino di San Giovanni di Dio.

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