Palagi Pelagio
1775/ 1860
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 49.3 (la) 615 (a)
sec. XIX (1813 - 1813)
n. 116
Forma rettangolare, leggibilità verticale.

Probabilmente sia questo ritratto che la modella furono utilizzati da Palagi nello studio della fisionomia dell'Arianna negli affreschi di Palazzo Torlonia eseguiti dal 1813 al 1814. Lo studioso J.M. Olson individua, invece, una rassomiglianza con la modella utilizzata da Ingres per incarnare le fattezze della Fornarina nell'opera "Raffaello e la Fornarina". E' assai probabile pertanto che questa giovane e bella ciociara sia stata utilizzata da questi artisti per impersonare quell'ideale di bellezza femminile, classica, tanto anelato dai pittori neoclassici. Molti studiosi concordano nel vedere in quest'opera l'influsso stilistico di Ingres, anche se Palagi "si mantiene solidamente ancorato alla vena naturalistica di formazione senza arrivare agli esiti astrattivi del francese..." (Cfr. C. Collina 1996, pag. 150). Due sono le ipotesi più accreditate riguardo alla non finitezza del ritratto: la più verosimile è quella che quest'opera sia in realtà lo studio solo del volto di una bella romana, fissato dal Palagi soltanto nelle caratteristiche fisionomiche poi da completare in seguito. La seconda ipotesi è che l'artista bolognese avesse consentito alla richiesta di terzi poi non soddisfatta.