Palazzo Tozzoni
Via Garibaldi, 18
Imola (BO)
Janssens Francesco
notizie 1729-1748
statua

terracotta
cm.
sec. XVIII (1734 - 1738)
Figura femminile con ramo d'ulivo

Nato ad Anversa, il Janssens è documentato per la prima volta a Bologna nel 1729, anno in cui riceve il premio per la seconda classe di scultura al concorso Marsili presso l'Accademia Clementina, dove aveva frequentato le lezioni di nudo, per un rilievo in terracotta raffigurante la Morte di Didone. Anche Oretti riferisce che l'artista aveva studiato a Bologna presso i maestri di disegno e poi di scultura.
Non riuscendo ad affermarsi nel giro delle commissioni cittadine, per lo più affidate ad Angelo Piò, si trasferisce ad Imola dove esegue cinque statue per la chiesa di San Domenico datate da Riccomini intorno al 1730. Nel 1731 realizza due statue firmate e datate in terracotta policroma, rappresentanti San Giovanni evangelista e la Madonna addolorata, che si conservano presso lo studio parrocchiale della chiesa dell'Esaltazione della Croce nella località Croce in Campo presso Imola. Di altre opere segnalate ad Imola dal Villa (Imola, Biblioteca Comunale, manoscritto Miscellanea di memorie d'arte, di artisti, e di notizie artistiche di Imola) non è rimasta traccia.
Le statue di palazzo Tozzoni si aggiungono all'esiguo catalogo dell'artista che nel 1738 è documentato a Firenze.
L'attenzione dello Janssens ai modi di Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), già evidenziata da Riccomini a proposito delle statue della chiesa di San Domenico, si rileva anche nelle composte ed eleganti statue di palazzo Tozzoni che sono avvolte in ampi panneggi. Si confrontino, ad esempio, con i tre modelli di figure allegoriche in terracotta del Mazza (Bologna, Museo Davia-Bargellini).
L'iconografia delle tre statue allegoriche si presenta di difficile interpretazione. La statua del loggiato inferiore non è sufficientemente caratterizzata: il ramo d'ulivo che tiene con la mano sinistra potrebbe, forse, indicarla come allegoria della Pace che, però, non avrebbe legami iconologici con le altre due statue dello scalone.
La seconda statua presenta gli attributi della dea della Bellezza e dell'Amore: a Venere sono, infatti, comunemente associate le colombe, mentre il mostro marino su cui poggia la gamba sinistra può far riferimento alla sua nascita dall'acqua. La terza statua con l'elmo, lo scudo e la lancia, è quella maggiormente caratterizzata e può rappresentare o la Virtù della Fortezza o Minerva, dea della saggezza e dell'intelligenza, a seconda del significato delle altre due statue a cui è verosimilmente collegata secondo un programma iconografico rivolto alla celebrazione dei Tozzoni.
Le statue allegoriche, infatti, fanno spesso riferimento alle virtù della famiglia e, unitamente agli stemmi, non solo concorrono alla decorazione degli scaloni, ma sono anche funzionali alla celebrazione del casato.