Musei Palazzo dei Pio
Piazza dei Martiri, 68
Carpi (MO)
Martinelli Girolamo
notizie 1658
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 375 (la) 189.50 (a)
sec. XVII (1650 - 1661)
n. A/751
Il supporto del dipinto è formato da una lunga tela rettangolare, su cui la pellicola pittorica, a impasto denso, è stesa in modo uniforme. I colori vedono la predominanza del bruno, di diversi toni di rosso, del bianco- rosato e del nero. La crettatura segue un andamento reticolato irregolare.
La scena rappresenta un ritratto di famiglia ambientato in un interno di stanza, con parete di fondo di colore marrone scuro, unicamente adornata da tendaggi rossi annodati ai lati, a creare un immaginario scenario teatrale. Attorno ad un grande tavolo coperto da un tappeto orientale con disegno geometrico a trama nera, gialla e bianca su ordito di colore rosso spento, su cui è collocata una spinetta, si trovano raccolti sette componenti della famiglia carpigiana Lazzari. Essi, seduti o in piedi, con diversi strumenti musicali, sono intenti all'esecuzione di un concerto, tenendo lo sguardo fissamente rivolto allo spettatore. Sulla spinetta è un'iscrizione in lingua latina, a caratteri capitali, redatta a pennello.
Al centro della rappresentazione è il capofamiglia, Andrea di Giacomo Lazzari, intento a suonare il violino. Alla sua sinistra si succedono i figli Francesco, Paolo, suddiacono del Duomo, Antonio, canonico, raffigurato seduto in atto di suonare il violoncello. A destra del padre sono le tre figlie che, come di consuetudine, vennero destinate tutte a diventare suore. Barbara seconda nata, monaca nel Monastero di S. Sebastiano con il nome di Suor Laura Maria, Barbara prima nata seduta alla spinetta, poi monaca in Santa Chiara col nome di Suor Virginia Maria, e Paola, monaca col nome di Suor Serafina, sempre in Santa Chiara.

Originariamente il dipinto si trovava in palazzo Lazzari, situato nella piazza di Carpi; pervenne in proprietà dell'Opera Pia Ospedale Infermi nel 1730, alla morte dell'ultimo della famiglia, Antonio di Francesco Lazzari che così disponeva in testamento.
L'opera rimase a lungo dimenticata presso gli uffici della Congregazione di Carità (subentrata con le riforme napoleoniche alla gestione dell'Opera Pia Ospedale Infermi), finché fu scelta ed esposta all'Esposizione internazionale di Musica a Bologna, dove attrasse l'attenzione della regina d'Italia Margherita di Savoia che ne richiese una fotografia, suscitando così l'interesse della stampa e della critica.
Come giustamente osserva Garuti (A. Garuti, 1980, p. 238), l'opera ha interesse documentario per la rara rappresentazione iconografica di una famiglia che ostenta con sicurezza il livello sociale raggiunto e si fa ritrarre nell'esecuzione di quei concerti per i quali era famosa presso la corte e nei salotti dell'aristocrazia locale.
Il termine ante quem per la realizzazione del dipinto è il 1661, anno della morte di Andrea, il capofamiglia. Garuti nota nell'opera influenze di derivazione lombarda ma anche echi fiamminghi desunti da artisti stranieri presenti alla corte di Modena come ritrattisti, e pensa ad un'esecuzione di artista locale intorno alla metà del sec. XVII (A. Garuti, 1980, p.238). Successivamente, sempre Garuti (A. Garuti, 1983, pp. 61-67), propone l'attribuzione al carpigiano Girolamo Martinelli.
Andrea di Giacomo Lazzari (1608-1661), mercante di seta, aveva raggiunto con l'attività commerciale notevole fama e ricchezza, tanto da diventare stipendiato dei duchi di Modena Francesco I e Alfonso IV d'Este; era appassionato di musica.