Fondazione Museo Antonio Ligabue
Piazza Bentivoglio, 36
Gualtieri (RE)
Guttuso Renato
1912/ 1987
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 58.5 (la) 68.5 (a)
sec. XX (1960 - 1970)
Romolo Valli è ritratto con baffi, in giacca e cravatta, frontalmente, seduto su una sedia in senso contrario e appoggiato allo schienale.

Opera donata probabilmente dall'artista a Tirelli, in virtù dei legami di amicizia che li legavano. Renato Guttuso, nato a Palermo, giovanissimo frequentò la bottega di un decoratore di carretti. Alla fine degli anni Venti, mentre completava gli studi classici, entrò a fare pratica nello studio del futurista Pippo Rizzo. Dopo avere esposto alla I Quadriennale di Roma (1931) e in una collettiva alla Galleria del Milione di Milano (1932) abbandonò gli studi universitari e si stabilì a Roma (1933). Strinse rapporti di amicizia con Mafai, Pirandello, Cagli e Ziveri che influenzarono la sua pittura in senso "tonale". Nel 1935 partecipò alla II Quadriennale e nel 1936 alla Biennale di Venezia. Nel 1938 realizzò il primo dipinto epico-popolare, "La fuga dall'Etna", e tenne una personale alla Galleria della Cometa. Nel 1942 al Premio Bergamo ottenne il secondo premio con la Crocifissione, aperta denuncia dei disastri provocati dal Regime. In questo periodo studiò e reinterpretò le scattanti figurazioni del Picasso post-cubista e accentuò la sua vena polemica verso le questioni sociali, svolgendo un ruolo fondamentale nell'evoluzione in senso "realista" della pittura italiana. Notevole anche la funzione di tramite tra gli ambienti romani e quelli milanesi legati a "Corrente". Inizialmente, la sua azione in favore di una pittura impegnata si svolse all'interno della sinistra fascista che fa capo a Giuseppe Bottai e alla rivista "Primato". Negli anni di guerra accanto ad Antonello Trombadori e ad altri esponenti del Partito Comunista partecipò attivamente alla Resistenza. Comincia la serie dei "Massacri" (raccolti nel libro "Gott mit uns"). Nel 1947 aderì al Fronte Nuovo delle Arti. Dagli anni Cinquanta fu l'esponente principale di una corrente "realista", politicamente impegnata a fianco del P.C.I., e spesso polemicamente in lotta con le tendenze "formaliste" di molta arte astratta. Nella seconda parte del secolo XX fu una presenza assidua nell'ambiente culturale e artistico milanese, in quegli anni è da collocarsi la sua amicizia con Umberto Tirelli.