Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini (RN)
Zavagli Ricciardelli delle Caminate Renato detto René Gruau
1909/ 2004
dipinto

cartoncino/ pittura a tempera
cm. 4 (la) 65.5 (a)
altezza foglio 75//larghezza foglio 56
sec. XXI (2000 - 2000)
n. 625 PQ
Una bruna bagnante, con cappello giallo a larga tesa, è ritratta con i piedi lambiti dalle onde del mare. Un enorme pallone giallo le copre il busto e parte del viso. Nel cielo turchese si staglia in bianco la scritta "Rimini", creata dalla scia di un areo, di cui è visibile solamente la coda e parte della fusoliera.

Il bozzetto è stato eseguito da Gruau nel 2000 per il manifesto della successiva stagione balneare. E' stato appositamente eseguito per il Comune di Rimini in occasione della cospicua donazione di opere all'Assessorato alla Cultura.
Peculiare dello stile di Gruau è l'inquadratura della figura, con alcune parti nascoste, come il busto della donna e parte del viso, ed altre che si "sviluppano" fuori dal foglio, come la parte anteriore dell'aereo.
René Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, nacque a Rimini nel 1909 in una villa sul colle di Covignano. Visse in città soltanto nel periodo della sua giovinezza e durante le stagioni estive. In tale periodo apprese i primi rudimenti pittorici dall'artista riminese Gino Ravaioli, che rimase colpito dai suoi disegni; di innato talento, egli non frequentò mai scuole artistiche, ma fin da piccolo disegnò moltissimo, traendo spunto, in particolare, dalle riviste di moda della madre. Di nascita parigina, la madre Marie Gruau, con la sua passione per la vita mondana e l'eleganza, influì notevolmente sulle scelte artistiche del figlio: separatasi ben presto dal marito, si trasferì con lui a Milano e nella capitale francese. La carriera artistica di Gruau si sviluppò a partire dagli anni '30 nel campo della moda: in particolare egli si dedicò all'ideazione di copertine di importanti riviste del settore e di manifesti pubblicitari per le grandi case parigine, fra cui, a partire dal secondo dopoguerra, la maison Dior. Con questa diede vita ad un lungo sodalizio artistico, che si ripetè per qualche altra importante ditta, fra cui l'industria tessile italiana Bemberg. Dal secondo dopoguerra divenne uno dei più ricercati ideatori di immagini pubblicitarie, grazie alle sue figure raffinate e sorridenti - di sovente create da una linea estremamente evocativa che ne traccia la sola silouhette - ed ai tre colori dal lui prediletti, ovvero bianco, nero e rosso.