Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini (RN)
Cupi Addo
1874/ 1958
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 66.6 (la) 77.2 (a)
larghezza cornice 5,5
sec. XX (1931 - 1931)
n. 391 PQ
L'autore si è ritatto a mezzo busto, con il cappello a cilindro ed il bastone da passeggio, distintamente abbigliato per uscire. Il pesante cappotto nero, slacciato, lascia intravvedere la giacca a doppio petto, la camicia e la cravatta. La barba, l'atteggiamento delle labbra e l'espressione degli occhi conferiscono all'artista un'aura severa. La parete alle sue spalle è quasi completamente occupata da una libreria, sui cui ripiani sono allineati pesanti volumi. Sopra il volume con la scritta "De amicitia" sulla costola, sono posti un serpente ed un delfino. All'estrema destra, appesa alla parete, compare una squadra, alludente alla sua professione di architetto.
Il colore è steso a pennellate larghe e nei toni del marrone.

Abbigliamento: cappotto; cravatta nera; cappello; bastone. Oggetti: squadra da disegno.

L'opera è stata donata dall'autore, come risulta dal resoconto dell'attività degli Istituti Culturali del Lucchesi del 1933.
Cupi fu un personaggio poliedrico, dedito all'architettura, alla pittura e ad altre attività. Così viene descritto in un articolo anonimo del 1913 apparso nel "Gazzettino azzurro" insieme ad una caricatura eseguita da Alberto Bianchi: "Addocupi è quella cosa/ che fa il musico, il pittore,/ l'ingegnere, lo scrittore/ e organizza espozioni". Dopo il conseguimento della laurea in ingegneria a Torino nel 1901, lavorò a Trieste, Monfalcone e Gorizia e nel 1911 si stabilì definitivamente a Rimini. A tale formazione non provinciale è dovuto il suo linguaggio architettonico, isipirato al Liberty. Esempi di tale indirizzo, moderno e raro per Rimini, sono Casariosa (in parte supersitite in via Gambalunga) ed il Politeama. Dopo la prima guerra mondiale Cupi si indirizzò verso forme neoclassiche, come è ben visibile in Palazzo Valloni (1920, attuale cinema Fulgor). Anche in pittura rifuggì dalla tradizione ottocentesca. Tra 1909 ed il 13 organizzò quattro mostre d'arte "pura ed applicata", estremamente importanti per l'ambiente locale. La produzione pittorica deglli anni Venti costituisce il periodo migliore della sua attività; nel '21 ottenne un riconoscimento alle "Esposizioni romagnole riunite" sia per la pittura che per l'architettura.