tavola/ pittura a tempera
sec. XVI (1550 - 1550)
Nell'Ottocento venne registrato come opera del Garofalo, tesi a cui si opponeva già nel 1865 il Calzini. Nell'inventario del 1925 si parlava genericamente di scuola ferrarese e solo nel 1980 Piraccini proponeva di assegnarlo a Bartolomeo Coda. Nicosetta Roio ha messo in evidenza che si tratta di un frammento per il taglio "non centralizzato della scena" e per le cattive condizione in cui ci è pervenuta l'opera. Nota è l'Annunciazione realizzata dallo stesso pittore intorno al 1541 per la basilica della Madonna del Monte, attorno alla quale si è cercato di ricostruire la vicenda artistica del Coda, di padre veneto, attivo in ambito romagnolo e marchigiano. Egli si mostra sensibile ai modi del tardo Francesco Francia e della sua bottega. La qualità migliore dell'opera da noi analizzata è senz'altro evidente nel volto di Cristo ed una certa grazia si ritrova nel viso e nella studiata ripresa della capigliatura della donna.