Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
Ximenes Ettore
1855/ 1926
scultura

gesso
cm. 52 (la) 38 (a) 50 (p)
sec. XIX (1882 - 1882)
n. 302224
Fu donato dall'Accademia di Belle Arti di Ravenna alla Biblioteca Classense. Il modelletto o progetto di monumento fu presentato da Ximenes nel 1882 in occasione del concorso, bandito per deliberazione consigliare del Comune di Ravenna in data 25 marzo 1882, per il "monumento da erigersi in Ravenna sul piazzale Annita Garibaldi ai Ravennati Morti per l'indipendenza ed unità d'Italia, ed a Annita Garibaldi", secondo quanto riportato nel giornale "Il Ravennate" del 3 giugno 1882, che pubblica il testo del "Programma di concorso". In forza dell'articolo tre di tale programma, si lasciava "piena libertà al concorrente per la scelta della forma e stile del monumento" purché in esso fosse chiaramente espresso "il doppio concetto di onoranze ai Martiri Ravennati e ad Annita Garibaldi", e purché la spesa relativa non eccedesse le trentamila lire. Il modello del bozzetto avrebbe dovuto essere "in tutto rilievo nella scala di 1/10 del vero". L'autore avrebbe dovuto accompagnare il modello con una relazione scritta in cui fossero stati indicati i materiali da impiegarsi e gli importi di ciascuna delle parti principali del monumento. L'articolo sei del bando di concorso stabiliva che tutti i modelletti, eccetto quello che venisse prescelto, avrebbero dovuto essere ritirati entro un mese dalla pubblicazione della delibera del Municipio, avvertendo che, trascorso tale termine, il Comune non avrebbe più disposto della loro custodia.
In seguito "Il Ravennate" pubblica, in diversi numeri, gli sviluppi della vicenda del concorso. In data 6 giugno 1882 compare una protesta dello scultore Alessandro Massarenti contro l'iniziativa dell'istituzione del bando di concorso in luogo dell'assegnazione diretta dell'incarico per il monumento.
Il 13 ottobre 1882 "Il Ravennate" dà la notizia che i bozzetti realizzati sarebbero stati esposti per tre giorni nell'Accademia di Belle Arti. Ancora "Il Ravennate" del 14 ottobre riporta un commento critico ai bozzetti, con l'espressione esplicita di una marcata preferenza per il modelletto contraddistinto dal motto "Col tempo", che, a parere dell'articolista, primeggiava "per grandiosità, novità e carattere".
Infine, lo stesso giornale in data 1 novembre 1882 riporta la seguente notizia: "La commissione incaricata dell'esame per la scelta del migliore bozzetto [...] ha deciso ad unanimità per quello portante il Motto "Ligine" del signor Cesare Zocchi di Firenze". In effetti, il monumento venne poi realizzato da Cesare Zocchi e inaugurato il 10 settembre 1888 (Ricci 1914, p. 86). Ancor oggi, con i suoi quattro leoni alla base, simboleggianti le date maggiori del nostro Risorgimento nazionale e con la figura di Ravenna svettante sull'alto, vestita d'elmo e di corazza e con lo scudo, la quale abbassa una corona d'alloro sopra un soldato ucciso, s'impone all'attenzione di coloro che percorrono il viale della stazione di Ravenna.
Il modelletto di Ximenes rimase in consegna al Comune di Ravenna probabilmente perché l'autore non si curò di andare a ritirarlo. Le sue condizioni attuali sono tutt'altro che buone. Infatti la figura del martire si presenta mutila, e lo stesso può dirsi dell'aquila. Inoltre il gesso appare in più punti deturpato da sfregi.
Ximenes, nato nel 1855 a Palermo, fu artista assai versatile, dunque anche pittore. Dopo iniziali studi letterari si dedicò alla scultura frequentando i corsi del Ragusa all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 1872 passò all'Accademia di Napoli dove studiò presso Modelli, Lista e Solari; nella città partenopea conobbe e frequentò anche Vincenzo Gemito. Tornato a Palermo, nel 1874 vinse il concorso per il Pensionato quadriennale con un'opera ispirata all'Aristodemo di Vincenzo Monti: "Pugnerem finché mani avremo e braccia..."; con tale pensione si recò a Firenze per il perfezionamento, soggiornando nella città sino al 1880. Artista eclettico, sul finire dell'Ottocento e all'inizio del Novecento, alla sua formazione verista univa indicazioni simboliste accostandosi al gusto art nouveau. Autore di ritratti, opere di genere e funerarie, nel 1884 partecipò al concorso per il monumento romano a Garibaldi e in seguito eseguì quelli di Pesaro (1887) e Milano (1895), celebrativi dello stesso personaggio. A Roma, realizzò il monumento a Ciceruacchio (1900), già ideato, esposto e premiato in bozzetto alla Promotrice di Belle Arti di Torino del 1879. Nella stessa città eseguì il gruppo Il Diritto per il monumento a Vittorio Emanuele Il e la colossale Quadriga per il coronamento del Palazzo di Giustizia. Numerosi furono ancora i monumenti pubblici realizzati a Parma, a New York e a Washington. Nel 1873 presentò a Vienna Lavoro senza genio e nel 1877 a Napoli Cristo e l'adultera e l'Equilibrio (opera più volte replicata in bronzo e marmo). Espose anche a Parigi nel 1878 e nel 1881; a Venezia nel 1887 presentò Ragazzi messi in fila, opera ispirata al libro Cuore di De Amicis, oggi nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma insieme al nudo femminile Rinascita (1895). Sue opere sono conservate anche nell'Accademia di Belle Arti di Parma e nelle Gallerie d'Arte Moderna di Torino (Il bacio di Giuda, 1884) e Palermo (Ecce Mater, 1905).
Ettore Ximenes morì a Roma il 20 dicembre 1926. L'unico studio monografico che gli è stato dedicato è quello, ormai lontano nel tempo, di A. Venturi e U. Fleres, pubblicato a Bergamo nel 1928.