Pinacoteca Comunale di Faenza
Via S. Maria dell'Angelo, 9
Faenza (RA)
ambito toscano
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 120 (la) 120 (a)
sec. XVI (1500 - 1549)
n. 1352
L’opera raffigura lo sposalizio mistico di Santa Caterina che è inginocchiata davanti alla Madonna e a Gesù Bambino. Sono presenti San Giovannino, San Giovanni Evangelista e un santo Vescovo identificabile con Sant’Agostino.
Santa Caterina è una principessa (porta infatti la corona) raffigurata in ginocchio mentre sta per ricevere da Gesù l’anello che sancisce le nozze mistiche. La santa è rappresentata con la palma del martirio e con ai suoi piedi la ruota uncinata, primo strumento del suo martirio.
L’opera si caratterizza per una felice composizione, un uso intenso delle cromie specie negli abiti e per lo sfondo con paesaggio montuoso.


Particolarmente dibattuto l’autore a cui attribuire questo importante tavola. Federico Argnani lo attribuì nella prima guida della Pinacoteca a Francesco Menzocchi, pittore forlivese vissuto dal 1502 al 1575. Questa attribuzione, passata successivamente da Antonio Corbara nelle sue schede per la Soprintendenza del 1955 ad una più generica assegnazione a pittore di scuola romagnola delle prima metà del XVI secolo, è stata dagli anni Ottanta notevolmente modificata. In particolare l’orientamento degli studiosi è ora rivolto ad assegnare l’opera ad un pittore cinquecentesco di ambito toscano.
In una sua lettera del 5 settembre 1989, Federico Zeri scrisse che la tavola “è certamente cosa fiorentina, di stretto ambito di Ridolfo del Ghirlandaio. Conosco varie altre cose della stessa mano, anonima. Ho il forte sospetto (ma non controllabile per la distruzione sia dei quadri firmati che delle relative foto) che si tratti di Toto del Nunziata, allievo di Ridolfo citato anche dal Vasari”. Altri studiosi negli anni novanta hanno attribuito l’opera a Ridolfo Ghirlandaio e alla sua bottega datandola al 1519 circa. Nell’archivio della Fondazione Zeri la fotografia dell’opera è ora schedata con attribuzione ad Antonio del Ceraiolo, altro allievo di Ridolfo del Ghirlandaio, e datazione tra il 1520 e il 1525.