Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
Belsky Franta
1931/ 2000
statua

bronzo/ fusione
cm. 18 (la) 28 (a) 24 (lu)
sec. XX (1950 - 1950)
n. 302221
Wladimiro Peniakoff ("Popski") è rappresentato con il volto leggermente rivolto verso sinistra. Lo sguardo dolce ed il sorriso accennato lasciano trasparire la bonomia dell'effigiato.

Dell'autore del ritratto di Wladimiro Peniakoff non conosciamo che il nome e null'altro (F. Belski) visto che in nessun dizionario o repertorio di scultura è stato rintracciato. La testina in bronzo di Belski se confrontata con la foto di Peniakoff pubblicata nel suo volume "Corsari in jeep", sembra essere assai somigliante e, comunque, rivela che l'esecutore padroneggiava bene gli strumenti di lavoro.
La biografia di un personaggio così straordinario, quale è stato Peniakoff, è stata redatta da Giovanni Mesini (1956): "nacque a Bruxelles da genitori russi, nel 1896. Studiò alla Università di Cambridge. Si arruolò come semplice artigliere nell'esercito francese. Fu ingegnere di zuccherifici in Egitto. Scoppiata la guerra, entrò volontario nell'esercito inglese. 'Combattente a modo suo', domandò ed ottenne un piccolo 'corpo privato', dipendendo direttamente dal Comando dell'VIII Armata. Si chiamò Popski, e il suo corpo Popski's Privat Army (P.P.A.); aveva il grado di maggiore. A bordo di poche jeeps, in avanguardia, egli coi suoi soldati, anche di altre nazioni, compiva varie movimentate azioni, distinguendosi per abilità e audacia. Portavano sul berretto il disegno di un astrolabio, simbolo dei navigatori della terra. Il 1° novembre 1944, varcato il fiume Savio, si accampò nella Pineta di Classe, e si trovò a contatto e in collaborazione coi Partigiani Ravennati del Distaccamento Settimio Garavini, comandati da Bulow (Boldrini). Liberata Ravenna, e spostato il fronte a Nord, Peniakoff si trovò con essi sulla linea del fuoco al Fossatone; dove in un contrattacco dei Tedeschi, ebbe da una granata colpita la mano sinistra, che gli fu amputata. Dopo la guerra ritiratosi a Londra con la sposa belga, moriva di malattia incurabile, a 55 anni, il 15 maggio 1951. Le sue vicende sono raccontate da lui in un volume edito in Inghilterra col nome Popski: tradotto in italiano col titolo: Corsari in jeep (Edit. Garzanti)". In questo volume Peniakoff racconta le vicende che lo videro in azione negli anni 1940-1945. La guerra è sentita e vissuta come prova di autodisciplina e di dignità individuale. L'indimenticabile sofferenza patita ma anche il sentimento etico e civile, che riguardano l'episodio di Sant'Apollinare in Classe, diventano nel libro solo un piccolo episodio con nessuna nota autocelebrativa.
E dunque ricordiamo questo splendido episodio che ha reso benemerito Peniakoff non solo a Ravenna ma al mondo intero con le parole di Viroli (1993): " Dopo un bombardamento tedesco su Fosso Ghiaia e sulla Pineta, in cui erano stati uccisi un maggiore con alcuni artiglieri e gravemente ferito un altro ufficiale, il Comando Generale aveva deciso la distruzione del campanile, essendo stata segnalata in tale edificio la presenza di vedette tedesche. Le batterie disposte sul fiume Savio fecero alcuni spari di prova per regolare i tiri. Peniakoff, appena conosciuto l'ordine, si presentò al Generale Comandante pregandolo di "risparmiare un monumento, che non conosceva ancora, ma sapeva noto in tutto il mondo" (Mesini, op. cit., p. 11). Dopo due ore di discussione, Peniakoff ottenne 24 ore per poter inviare qualcuno, che si assicurasse della assenza di tedeschi nella basilica, e riferisse. Si portò allora presso un reparto di partigiani e trovò disposto a compiere l'impresa certo Guerrino Ravaioli abitante in Classe. Vestito in borghese, Ravaioli poté oltrepassare la prima linea e raggiungere la basilica. Vi trovò tale Dino Baldassarri, che trascorreva le sue giornate nella basilica e alla Bosca. Questi lo assicurò non trovarsi in chiesa alcun tedesco, ma solo una ventina di sfollati. Alle ore 22, il Ravaioli per altra via, attraverso la zona allagata, poté fornire le notizie a Peniakoff, il quale subito le comunicò al Comando. Venne revocato l'ordine del bombardamento. La basilica fu salva. Il 15 maggio 1952, alla morte di Peniakoff, per espresso desiderio della vedova, una lapide alla sua memoria fu posta nell'ardica di Sant'Apollinare in Classe. Forse in quell'occasione venne donata al Comune di Ravenna la scultura che qui si presenta. Il conferimento della cittadinanza onoraria ravennate aveva avuto luogo il 29 settembre dell'anno precedente". Delle vicende relative a Classe e di Peniakoff scrive anche Gianni Giadresco nel volumetto Ravenna zona operazioni 1944-1945, Ravenna 1955. Si veda sull'argomento anche l'articolo di J. Willett (1960) ricco di particolari e tuttavia criticato per la presenza di alcune inesattezze.