Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
Monti Gaetano Matteo
1776/ 1847
statua

marmo bianco/ scultura
cm. 36 (la) 64 (a) 28 (lu)
sec. XIX (1810 - 1810)
n. 302217
Antonio Canova è rappresentato con il volto girato di tre quarti verso sinistra, con fronte ampia e levigata. Il grande naso è ben modellato.

Non è documentata la provenienza del busto raffigurante Antonio Canova, ma è probabile che l'opera facesse parte del corredo di gessi in dotazione dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna. L'importanza del busto di Canova scolpito dal ravennate Gaetano Monti e bene espressa da Filippo Mordani, secondo il quale (cfr. Mordani 1869, pp. 7-8)si può condensare soprattutto in quel che esso esprime dei sentimenti spontanei dell'"incomparabile maestro". La trascrizione delle note del biografo rende forse ancor più chiaro il concetto: "Ma l'opera che propriamente cominciò a farlo palese come scultore, e a dargli avviamento all'arte, fu 'l busto del sommo Canova, lavorato da lui in Roma con infinito amore l'anno 1810; del quale così scrisse Pietro Giordani: 'Gaetano Monti di Ravenna richiesto dall'Accademia bolognese di scolpire in marmo l'effigie dei Canova, lo rappresentò in uno stato ordinario di quiete, come intento ad ascoltare qualche ragionamento non dispiacevole. Ti mostra il Canova nel momento di cessare dalle sue altissime fantasie, e con quella sua rara soavità benigno e modestissimo discendere alle cose umane. E il Canova fu contento dell'opera del Monti; e lodolla assai chiunque l'ha veduta, e non è poca parte della fama giustamente conseguita da questo valente artista'. E veramente questo busto ebbe invogliato molti stranieri d'averne copia; e ne volle più d'una il re di Napoli, Giovacchino Murat; come si raccoglie dalle lettere di esso Giordani".
L'opera, inconfondibilmente rispondente ai dettami neoclassici, fu giudicato molto somigliante Monti tende ad individuare nel volto di Canova l'ideale classico dell'uomo saggio, rintracciabile nei modelli antichi, pur ponendosi il problema di essere al cospetto di una personalità dal forte carisma, di cui forse andrebbe interpretato il genio. La fronte ampia e levigata, atta ad accogliere il massimo di luminosità possibile, il grande naso ben modellato, particolarmente nelle narici che bene accolgono il colpo di luce, ma anche definito dalla marcata squadratura al lato dell'osso, la bocca tracciata come un solco ben preciso in modo da accentuare il risalto del labbro: contribuiscono tutti a caratterizzare l'opera che dunque viene esaltata dall'accentuazione posta sapientemente sui particolari anatomici.
Naturalmente un valente artista come il Monti, che di Canova fu allievo, ben conosceva le "tecniche" per valorizzare con la sottolineatura chiaroscurale di alcuni elementi l'insieme di un ritratto scultoreo: l'ombra proiettata dal naso sul labbro conferisce alla bocca un'accentuazione leggermente sorridente, che in nuce annuncia l'imminente sorriso, come se l'effigiato stesse per iniziare a parlare. D'altrocanto anche le sottili pieghe d'espressione scolpite ai lati degli occhi confermano paiono confermare questa interpretazione. L'artista ravennate dunque concepisce la scultura in modo pittorico concedendo alle forme un incedere costante e levigato giocando magistralmente con i chiaroscuri che riesce a dosare in modo regolare ed uniforme.