Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
ambito veneto (?)
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 55 (la) 71 (a)
altezza con cornice 86//larghezza con cornice 69,5
sec. XIX (1800 - 1899)
n. 302130
Onofrio Panvinio è ritratto a mezzo busto con il viso rivolto di tre quarti verso destra.

Il dipinto raffigurante Onofrio Panvinio è una copia ottocentesca di bassa qualità dell'originale attribuito a Jacopo Tintoretto da Eduard A. Safarik che, accogliendo un'indicazione di Federico Zeri, nel Catalogo sommario della Galleria Colonna in Roma. Dipinti (Busto Arsizio 1981, scheda 190, pp. 135-136,) la ritiene appunto opera giovanile del Robusti. A tale attribuzione Safarik è giunto in seguito ai numerosi confronti stabiliti con i ritratti del Tintoretto databili attorno al 1555 (cfr. P. Rossi, Jacopo Tintoretto, I, I ritratti, Venezia s.d. [ma 1974], pp. 39-40, figg. 66, 72, 74, 75, 85), i cui caratteri stilistici sono bene evidenziati dalla stessa Rossi. Per ricostruire le vicende attributive del prototipo occorre risalire ai vecchi cataloghi e inventari dove il dipinto fu sempre attribuito a Tiziano; tale conferma venne ripetuta anche in seguito
da J.A. Crowe e G.B. Cavalcaselle (Tiziano, Il, Firenze 1878, pp. 421-422) e in un primo momento anche da O. Fischel (Tizian, Stuttgart-Leipzig 1904, p. 90), che nelle edizioni successive della propria monografia accettò la suggestione di F. Wickhoff propenso a vedervi la mano di un fiamminga. In seguito il quadro è stato analizzato da Wethey, che lo scheda come opera di scuola veneziana databile attorno al 1540. L'effigiato, che il catalogo settecentesco della Galleria Colonna identifica come Lutero, nel 1848 viene giustamente riconosciuto come Onofrio Panvinio: la conferma viene dal busto di Francesco Maratta, basato su una documentazione più antica (ma diversa dal ritratto Colonna), posto sul monumento funebre del personaggio in Sant'Agostino a Roma, che mostra la stessa fisionomia.
Panvinio, nato a Verona nel 1530 e morto a Palermo nel 1568, entrato negli agostiniani a undici anni, fu da subito conosciuto come storico e nel 1549 fu chiamato a Roma dal Seripando. Il ritratto nella galleria romana, fu forse eseguito durante uno dei suoi frequenti viaggi nella città di origine. La data del 1555, è proposta da Safarik in base a valutazioni stilistiche, è pare prorprio opportuna anche in considerazione dell'età del personaggio, che in quel periodo aveva appunto venticinque anni.