Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
ambito romagnolo (?)
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 80 (d)
sec. XVIII (1750 - 1778)
n. 302181
L'abate camaldolese Floriano Amigoni è ripreso a mezzo busto ed indossa la mozzetta dei camaldolesi. Porta al collo la croce pettorale; sul fondo, a destra, è uno scaffale con libri.

Arredata in maniera più sobria rispetto alla contigua "sala delle Scienze la "sala delle Arti", comunicante con le altre attraverso ampie arcate, è comunque assai elegante. Intorno al 1778-1779 fu rivestita di scansie e sulle pareti, entro apposite riquadrature, furono posti, da sinistra entrando, il ritratto di padre Mingarelli, a destra quello di padre Merighi; di fronte, a sinistra, quello di padre Amigoni e a destra quello di padre Mauro Sarti. Non è dato conoscere l'autore di questi ritratti di cui invece viene segnalato un restauro effettuato nel 1778 dal pittore Pietro Brandolini (Archivio di Stato di Ravenna, Congregazioni Religiose Soppresse, voI. 315, ricevuta 9 ottobre 1778, n. 339). La tela con l'effige dell'abate camaldolese Floriano Amigoni è inserita in una incorniciatura lignea sostanzialmente sobria con applicazioni di rosette intagliate e dorate appartenenti all'arredo originario. Lo stato conservativo è mediocre a cagione di una pittura che si presenta in generale sporca e ossidata. Il dipinto originale era di formato rettangolare ed è stato riadattato, per ottenere il tondo, con riporti laterali. Su un finto cartiglio di sottile lamina metallica posto sopra il dipinto è riportata l'iscrizione biografica. Floriano Amigoni nacque a Meldola nel 1671 e indossò l'abito camaldolese nel 1688 nel monastero di Classe (Annales camaldulenses, tomo VIII, Venetiis 1764). Sostituì Canneti, morto nel 1730, come abate generale nel convento di San Salvatore in Forlì. Studioso di storia tout court, di scienze matematiche, di eloquenza e di poesia, insegnò varie discipline nei conventi di Ravenna e di San Gregorio a Roma. Oltre a comporre svariati trattati sull'autorità papale, sulla grazia, sulla predestinazione, ecc., non disdegnò l'attività letteraria e poetica al punto da essere tenuto in gran considerazione da Crescimbeni e dal suo contemporaneo Giorgio Viviano Marchesi Buonaccorsi (1741, p. 259) che esprimono parole di vivo apprezzamento per la sua opera. Aderì all'Arcadia e, in tale veste, assunse il nome di Alpago Milaontio. Fu eletto vice-custode della colonia dei Camaldolesi e Istitutore nell'Accademia Icneutica di Forlì. Morì settantottenne, nel 1749 presso il convento di Forlì dove rimase per quindici anni.
Nelle Carte Romagna del fondo Piancastelli della Biblioteca Comunale di Forlì si conservano vari autografi dell'Amigoni. Nello stesso fondo sono raccolte diverse opere letterarie di Amigoni, fra cui le seguenti: All'Eminentissimo e Reverendissimo Principe Cornelio Cardinal Bentivoglio d'Aragona Legato di Romagna per la solenne erezione della sua Statua fatta ultimamente in Ravenna quest'anno 1723, Forlì 1723; Il Te Deum o sia Canto Eucaristico per l'insigne Collegiata dalla Santità di N. S. Benedetto XIV gloriosamente regnante eretta nella Chiesa Matrice di S. Niccolò di Meldola e all'Eminentissimo e Reverendissimo Signore [...] Card. Giuseppe Accoromboni in attestato di profondissimo ossequio da D. Florianmaria Amigoni Camaldolese Abbate di S. Salvatore di Forlì dedicato, Forlì 1743; Al Molto Reverendo Padre Maestro Carlo Banfi Milanese Carmelitano Predicatore celebratissimo nella Cattedrale di Forlì la Quaresima dell'Anno 1748. Un ossequioso ammiratore di sua singolare facondia eloquenza D.D.D. la seguente canzone, Forlì 1748; Delle vocazioni libri tre professando i voti solenni nell 'Insigne Monastero di Santo Stefano delI 'Ordine Domenicano in Ravenna la Madre Suor Maria Isabella Costanza al secolo Contessa Isabella Zinanni, Bologna 1735 (il primo dei tre libri è di Amigoni).