Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
ambito ravennate
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 84 (la) 106 (a)
sec. XVIII (1700 - 1799)
n. 302058
Desiderio Spreti regge con la mano sinistra un libro appoggiato ad un altro libro posto su tavolino insieme ad un calamaio con due penne. In alto a destra è lo stemma gentilizio, a sinistra l'iscrizione identificativa.

Il dipinto fa parte di una piccola raccolta dedicata a scrittori ed eruditi di Ravenna, in pratica dei medaglioni sostanzialmente simili per la seriosità dei personaggi e per analogia di atteggiamenti. E' ragionevole supporre che tali opere fossero sin dalle origini collocate presso il monastero Classense, notoriamente luogo di alta erudizione e sede di accademie altamente qualificate. Tuttavia l'assenza di fonti non ci permette di poterlo asserire con certezza. La consistenza numerica dei dipinti, che oggi si e ridotta ad un decina di pezzi, cominciò a diminuire dai primi anni dell'Ottocento, come si evince da alcuni documenti datati 1808 (Archivio Storico comunale, Atti Comunali, titolo XL. 8) dai quali risultano essere 19 i quadri. La serie, che assume toni blandamente celebrativi, ha soprattutto un valore documentario in quanto registra le valenze culturali e letterarie degli effigiati, inoltre ogni tela riporta, nei ristretti spazi disponibili, piccole citazioni relative alla bibliografia prodotta dai singoli eruditi. Nessuna opera reca firme e difficilmente si riesce a ricondurre ad un'unico artista la paternità, anche laddove siano presenti rilevanti analogie stilistiche. Da notare che per l'effige degli autori più antichi, in assenza di "eicones cephalicae" (Viroli, 1993), gli artisti sono ricorsi solo ad elementi di immaginazione, seppur legati all'età ed alle caratteristiche di ciascun personaggio. Nel ritratto è rappresentato Desiderio Spreti, giovane letterato con barba e baffi che indossa una veste nera con colletto bianco rovesciato. Una certa altezzosità contraddistingue la figura, seppure mitigata dal leggero poggiare delle dita della mano destra sul tavolo. Con la mano sinistra tiene un libro chiuso poggiato di taglio sul tavolo e con la legatura rivolta allo spettatore. Sia sul libro che sullo sfondo vi sono delle iscrizioni rispettivamente inerenti al titolo dell'opera e alle note biografiche dell'autore. Lo stemma del casato è ben visibile in alto a destra. Secondo le note del canonico Vincenzo Carrari e dell'abate Pietro Paolo Ginanni (1769), Desiderio Spreti nacque nel 1414; studiò giurisprudenza con profitto ed in seguito si occupò di storia patria componendo un'opera, pubblicata postuma, dal titolo "de amplitudine, vastatione et instauratione urbis Ravennae" che nel 1574 venne anche tradotta in italiano e pubblicata a Pesaro (Uccellini 1885, p. 457). Spreti fu elogiato da molti scrittori fra i quali ricordiamo Serafino Pasolini (1703), autore dei Lustri Ravennati, Giorgio Viviani Marchesi (1727), Girolamo Tiraboschi (1833, vol. III), e Filippo Mordani (1879) che ci ricorda anche il luogo di sepoltura indicato nella chiesa di San Francesco già San Pier Maggiore.
La tela è stata appena restaurata da Mariella Dell'Amore (2006).