mandola

zucca,
legno di conifera,
legno di castagno,
legno di mogano,
legno di acero/ verniciatura,
legno di bosso,
metallo
mm 140 (p) 743 (lu)
1)
sec. XIX (1850 - 1899)
E' uno strumento ibrido dal gusto orientaleggiante a sei ordini doppi.
La tavola armonica è in quattro pezzi di legno di conifera ed è incollata sulla cassa, costituita da una mezza zucca con disegni incisi e anneriti. La tavola ha fori armonici piccoli a forma di mezzaluna con un occhiello e, staccati, due fori tondi più piccoli. Gli ornamenti sono di tipo vegetale con due uccelli fantastici e una coppia di putti alati. Lo stile dei disegni è prettamente europeo, tipico della finne del diciannovesimo secolo. Il manico di castagno, largo e piatto, porta ben evidenti i segni di otto legacci che fungevano da tasti. Il ponticello di legno di mogano è mobile. La paletta, di grande formato, ha una forma elegante e d è di acero tinto con dodici piroli di bosso di diversa fattura. Due soli piroli sono recenti, mentre gli altri sono antichi e provengono da violini e chitarre, alcuni di essi sono di buona fattura. Tutto lo strumento, corde comprese, è stato trattato con una vernice bruna. Le corde sono agganciate al risuonatore con sei ganci di metallo.
Frammento di etichetta a penna in piccolo riquadro con cornice celeste "35.."; incollata posteriormente al manico.

Lo strumento è alquanto originale, per l'impiego di legni europei e per il risuonatore, ricavato da una zucca. L'impiego di una zucca come cassa, propria di alcune aree extraeuropee, si ritrova anche in Italia, specie in strumenti di costruzione artigianale o di invenzione.
Questa mandola appare il frutto di un assemblaggio: la paletta è di qualità decisamente superiore alle altre parti, proviene sicuramente da uno strumento della liuteria classica ed è innestata nel manico con un incastyro a V. L'impiego di una zucca e la sua decorazione eccessiva potrebbe far pensare ad uno strumento costruito appositamente con un aspetto "esotico" per conferirgki un valore commerciale che altrimenti non avrebbe. Lo strumento del resto non è suonabile, le corde sono troppo alte e resterebbero tali anche se la rottura all'attaccatura del manico venisse riparata.
Alcuni strumenti di questo tipo. definiti "mandolini con cassa di zucca" sono citati nei cataloghi del famoso falsario Leopoldo Franciolini, attivo a Firenze a cavallo dei secoli XIX e XX.