Teatro Sociale della Concordia
A.C. Portomaggiore, Elenco dei teatri esistenti nel mandamento di Porto Maggiore 1876;
A.C. Portomaggiore, Relazione sullo stato dell'edificio, 1882;
A.C. Portomaggiore, Relazione sullo stato dell'edificio, 1887
Storia del teatro Concordia di Portomaggiore, a cura delle Attività culturali del Comune, Portomaggiore 1980;
Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di Simonetta M. Bondoni, Bologna 1982, p. 227-228;
Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di Lidia Bortolotti, Bologna 1995, p. 219-220;
B. Ghedini, Piccolo Teatro della Concordia, supplemento a "7° Ponte", settembre 1998, 88 p. + XXIII p. di appendice, ill.;
L.Bortolotti, Luoghi d'Arte Contemporanea nei teatri della Regione, in: Luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo, seconda edizione aggiornata, a cura di C. Collina, Bologna 2008, p. 45-57, 259
Portomaggiore (FE)
Riferisce Pietro De Stefani nelle "Memorie storiche" di Portomaggiore che prima di allora non esisteva in questo centro una sede stabile per gli spettacoli, le compagnie d'arte drammatica, che una o più volte l'anno vi si trovavano per mettere in scena rappresentazioni, dovevano adattarsi in uno spazio provvisorio che sovente mutava di volta in volta. La migliore società portuense, riconoscendo tale pratica disdicevole, avviò una serie di azioni volte all'edificazione di un adeguato teatro. A tal fine nel 1822 tre facoltosi cittadini acquistarono un terreno posto in via dei Belli, attuale corso Vittorio Emanuele, ma soltanto sedici anni dopo si costituì una società di quaranta azionisti con l'intento di finanziare la costruzione del teatro. Il progetto fu affidato all'architetto Giovanni Tosi di Ferrara, rilevante figura di progettista che a Portomaggiore si era già occupato della ricostruzione del Municipio.
La sala teatrale, progettata da Tosi, dotata di atrio di accesso ovale, foyer al primo piano e vani accessori, presenta andamento ellittico, 44 palchetti distribuiti su tre ordini senza palco centrale; la decorazione, assai sobria, è costituita da una serie di rosoni lignei posti sul soffitto a satellite di un rosone centrale apribile, per consentire la manutenzione del lampadario ormai scomparso. La facciata, anch'essa molto essenziale e lineare, presenta un bugnato poco rilevante al piano terra, mentre al primo piano si aprono cinque finestre trabeate con sovrastanti lunette decorate da bassorilievi. Il prospetto è chiuso da un timpano centrale, in origine decorato con un bassorilievo raffigurante la Concordia, opera dello scultore ferrarese Gaetano Davia, purtroppo perduto.
Nel 1955 questo teatro è stato chiuso. Il Comune ha completato l'acquisizione dagli ultimi eredi dei soci fondatoti alla fine degli anni Novanta; si è quindi proceduto ad una serie di interventi urgenti, quale ad esempio il rifacimento del tetto, per scongiurare la definitiva rovina del pregevole contenitore. Il restauro della facciata e il recupero del ridotto, oltre a restituire dignità ad un edificio significativo (posto nell'area più rilevante di questo centro storico, in quanto risparmiata dai bombardamenti dell'ultimo conflitto), hanno reso fruibili tutti gli ambienti posti nella parte anteriore. Nel foyer è stata allestita una piccola pinacoteca; in particolare in una sala, utilizzata anche per conferenze, concerti, presentazioni ecc., hanno trovato posto dieci ritratti di ferraresi illustri dipinti da Remo Brindisi; in un'altra sala adiacente sono state esposte una serie di opere del pittore Federico Bernagozzi (nato a Borgo Crispo di Portomaggiore nel 1859 e morto a Ferrara nel 1916), mentre dipinti di altri autori contemporanei sono posti negli spazi attigui.
Nell'atrio del piano terra trovano sede le mostre temporanee, in particolare di pittura e di fotografia, organizzate dai Servizi Culturali del Comune in primavera e in autunno.
La sala teatrale, che mantiene complessivamente l'aspetto originario benché spogliata di tutti gli arredi e delle macchine sceniche, e i vani di servizio al palcoscenico, sarà restaurata.
Grazie ad un cospicuo stanziamento deliberato dal Cipe il 28 febbraio 2018, sarà possibile recuperare gli spazi della sala teatrale, del palcoscenico e dei servizi, adeguando la struttura alle normative sulla sicurezza e antisismiche. L’intervento, atteso da tempo, renderà nuovamente fruibile questo pregevole teatro in un comune con oltre diecimila abitanti, il solo del ferrarese ancora privo di un adeguato spazio teatrale.
(Lidia Bortolotti)
In his historical memoirs of Portomaggiore, Pietro De Stefani reports that before this theatre the town did not have a stable venue for the performing arts, and that the theatre troupes that staged performances here from one to several times a year had to settle for temporary venues, which changed often. The best local troupe, having recognized the disadvantages of such a situation, began to set the wheels in motion for building an adequate theatre. To this end, in 1822 three wealthy citizens purchased a plot of land on Via dei Belli (currently Corso Vittorio Emanuele), but sixteen years passed before a company of forty shareholders was formed to fund the theatre’s construction. The project was entrusted to an architect from Ferrara, Giovanni Tosi, a well-known professional who had already been in charge of rebuilding Portomaggiore’s town hall.
The theatre hall designed by Tosi featured an oval entrance atrium and a foyer and service rooms on the first floor. The hall was elliptical in shape, with 44 boxes in three orders and no central box; the understated decorations included a series of wooden rose windows on the ceiling which surrounded a central, openable rose window, which allowed for performing maintenance on the now-lost chandelier. The spare and linear façade had some light rustication on the ground floor, while the first floor featured five trabeated windows surmounted by lunettes decorated with bas-relief. The façade is closed by a central tympanun, originally decorated with a bas-relief depicting the goddess Concordia, by the Ferrara-born sculptor Gaetano Davia; unfortunately, this bas-relief is now lost.
The theatre was closed in 1955. The municipal administration finished purchasing the theatre from the last heirs of the society’s founding members in the late 1990s; it then proceeded to complete a series of urgent interventions, such as renovating the roof, in order to ward off the complete deterioration of the building. The façade and the ridotto were restored, giving this historical building (located in the heart of this historic town, which was spared bombing in World War II) its dignity back, and making the whole front part of the building useable again. A small art gallery was installed in the foyer; one room in particular – which also hosts conferences, concerts, and presentations – displays ten portraits of illustrious citizens of Ferrara painted by Remo Brindisi. Another adjacent room displays a series of works by the painter Federico Bernagozzi (born in Borgo Crispo di Portomaggiore in 1859, he died in Ferrara in 1916), while paintings from other contemporary artists are displayed in nearby rooms.
The ground floor atrium hosts temporary exhibitions, particularly of paintings and photographs, which are organized in spring and fall by the municipal cultural services office.
(Lidia Bortolotti)