Laboratorio Aperto - Ex Teatro Giuseppe Verdi
parziale 2000-'09
E. Povoledo, voce Ferrara, in Enciclopedia dello Spettacolo, Roma 1975, V, p. 173-185;
C. Molinari, Per una storia di alcuni teatri ferraresi, in Teatri Storici in Emilia-Romagna, a cura di S. M. Bondoni, Bologna 1982, p. 107-126;
Teatri storici in Emilia-Romagna, a cura di S. M. Bondoni, Bologna 1982, p. 224, Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna 1995, p. 167.
Ferrara (FE)
Fin dal 1855 il Consiglio della Comunità di Ferrara aveva discusso sulla possibilità di dotare la città di un’arena o teatro diurno stabile, di cui vi era necessità essendo state fino ad allora utilizzate a tale scopo solo sedi provvisorie. L’anno successivo fu approvato il progetto di costruzione di un’arena per pubblici divertimenti diurni presentato da Giulio Tosi Borghi, capomacchinista del Teatro Comunale, che aveva già realizzato in passato un’arena provvisoria. Il 14 giugno 1857, con uno spettacolo dato dalla Compagnia drammatica Chiari, fu inaugurata questa arena, scoperta con platea circolare protetta da una ringhiera e con una loggia. L’anno successivo fu coperta da un velario, in seguito da un vero tetto e dotata di una seconda loggia sorretta da colonne lignee. Un primo radicale restauro fu realizzato tuttavia solo nel 1871, in quell’occasione le colonne in legno furono sostituite con altre in ghisa e due anni dopo fu dotata di un nuovo sipario dipinto da Giuseppe Migliari. Nel 1912 l’Arena fu acquisita, mediante asta pubblica, da nuovi proprietari che affidarono agli ingegneri Fausto Finzi e Antonio Mazza, la trasformazione della struttura in un vero e proprio teatro. Furono ampliati il palcoscenico (dotato di spaziosi camerini), la sala e, abbattuta la tradizionale ringhiera, furono eretti palchi e barcacce. La prima galleria fu costruita a sbalzo con parapetto bombato mentre la seconda fu resa più profonda. Il nuovo velario blu e oro era in tinta con le tappezzerie, inoltre fu introdotto un “sipario réclame”. La realizzazione del lucernaio fu affidata al polacco Guido Marussig, le decorazioni in stucco bianco e oro (attualmente non più presenti) furono opera della veneziana Lina Zanetti e del ferrarese Cleonte Chianarelli; dal ridotto si accedeva ad un nuovo caffè e ad un elegante fumoir.
Il nuovo teatro fu intitolato a Giuseppe Verdi, di cui ricorreva il centenario della nascita, e inaugurato con la messa in scena di Aida il 13 maggio 1913. Assai attivo fino alla seconda guerra mondiale è andato poi inesorabilmente in disuso fino alla definitiva chiusura, avvenuta nel 1985, dopo essere stato utilizzato per qualche tempo come sala cinematografica e per l’avanspettacolo.
Nel 1999 il Comune di Ferrara ha acquistato il teatro con l’intento di avviare un complesso progetto di restauro e di riqualificazione sia del contenitore che del contesto urbano in cui è inserito. L’ubicazione, le dimensioni e la peculiarità degli spazi fanno dell’ex Teatro Verdi un elemento di raccordo tra l’antico circuito murario e l’area pedonale del centro. Oggi è diventato un “Laboratorio Aperto”, contenitore di attività che hanno come obiettivo comune la valorizzazione del patrimonio culturale e umano della città di Ferrara per trasformarlo in crescita.
Negli spazi del laboratorio, convivono professionisti, start-up e istituzioni.
Ever since 1855 the Ferrara Community Council had debated the idea of building an arena or daytime theatre in the city, which until then had only temporary venues for the performing arts. The following year, the council approved a project to build an arena for public daytime performances submitted by Giulio Tosi Borghi, the head machinist at the Teatro Comunale, who had already built a temporary arena in the past. On 14 June 1857, the arena – open-aired, with a circular main floor enclosed by a railing and a loggia - was inaugurated with a performance by the Chiari dramatic arts troupe. The following year, the arena was covered with a velarium, and subsequently by a proper roof; a second loggia supported by wooden columns was added. The first radical restoration took place in 1871, when the wooden columns were replaced by cast-iron ones; two years later, the arena acquired a new stage curtain painted by Giuseppe Migliari. In 1912 the Arena was purchased during a public auction by new owners who entrusted the architects Fausto Finzi and Antonio Mazza with turning the arena into a true theatre. The stage (with large dressing rooms) was enlarged, as was the hall, and the railing was demolished to make room for boxes and lateral boxes. The first gallery was embossed, with a rounded parapet, while the second was deeper. The new blue-and-gold velarium matched the drapings, and a drop curtain displaying an advertising message was introduced. The Polish artist Guido Marussig built the skylight, while the white-and-gold stucco decorations (no longer present) were the work of the Venetian artist Lina Zanetti and of Ferrara’s own Cleonte Chianarelli; the ridotto led to a new café and an elegant fumoir.
The new theatre was named in honour of Giuseppe Verdi on the 100-year anniversary of his death, and inaugurated with his Aida on 13 May 1913. The theatre remained very active until World War II, but then began a steady decline and eventually closed for good, after being used as a cinema and a cabaret.
In the 1990s the theatre was purchased by the municipality of Ferrara, which launched complex restoration. Today it has become an "Open Laboratory", a container for activities that have as their common goal the enhancement of the cultural and human heritage of the city of Ferrara to transform it into growth.
In the spaces of the laboratory, professionals, start-ups and institutions coexist.