(foto IBC - A. Scardova)
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(foto IBC - A. Scardova)
Il sotterraneo con l'area archeologica visto lungo l'asse maggiore (foto IBC - A. Scardova)
L'area archeologica nel sotterraneo (foto IBC - A. Scardova)
(foto IBC - A. Scardova)
(foto IBC - A. Scardova)
Bagnara di Romagna

Museo del Castello

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi
Parisini S. (a cura di), Per antiche vie: guida al Parco Archeologico dell'Alto Adriatico, Bologna, Editrice Compositori, 2014, p. 161-163.

Museo del Castello di Bagnara, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 82.

Conti S., Lenzi F., Tabanelli E. (a cura di), Bagnara di Romagna: una storia di monete, Bagnara di Romagna, Comune di Bagnara di Romagna, 2010.

F. Lenzi, C. Guarnieri, A. Augenti (a cura di), Bagnara: guida al Museo del Castello, Ravenna 2009.

Comune di Bagnara, Storia del territorio e del castello di Bagnara di Romagna. Dal villaggio alla fortezza, 2008.


Bagnara di Romagna: note e riflessione di archeologia, Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna [et al.], .S.l., 2005.
Rocca Sforzesca
Piazza IV Novembre, 3
Bagnara di Romagna (RA)
Tel: 0545 90 55 40, 0545 90 55 01, 3332410310

Museo accreditato al Sistema Museale Nazionale
Archeologia
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia protostorica
Archeologia classica
Archeologia medievale
Il Museo del Castello si dipana negli spazi e negli ambienti della rocca trecentesca restituiti alla fruizione pubblica dopo il trasferimento del municipio e il recupero integrale a fini museali e culturali di questo importante complesso architettonico, divenuto lo spazio scenico di una rivisitazione storica che dalle origini del territorio bagnarese giunge sino all’età moderna.
Il percorso museale si snoda in diverse sezioni. Nella prima, dedicata a “Il territorio di Bagnara e della bassa Romagna”, si apre uno squarcio sulla quotidianità e sull’organizzazione residenziale e produttiva a partire dall’epoca pre-protostorica, attraverso la dominazione romana, sino al primo Medioevo, quando l’erezione di un villaggio protetto da fossato e palizzate - il castrum di Prati di S. Andrea - sancisce l’atto di nascita di Bagnara antica, abbandonata nel XIII secolo. L’itinerario si chiude con un’immagine dello scenario medievale che, di lì a poco, vedrà la nascita della nuova Bagnara.
La seconda sezione “La storia del Castello di Bagnara di Romagna”, collocata nel mastio centrale, ne delinea vicende e trasformazioni nel tempo, fornendo così le basi per comprendere l’importante fenomeno dell’incastellamento nella bassa Romagna. La sezione dedicata a “I Signori della Rocca” riprende le fila della storia del territorio dal punto in cui si interrompono nella prima parte del museo e tratta dei personaggi che vi hanno regnato fra il XV e il XIX sec. L’ultima sezione costituisce la narrazione degli ultimi centosessanta anni di storia, a partire dalla raggiunta unificazione del Paese, impostata sugli eventi, i personaggi, le circostanze, gli aspetti della realtà sociale, economica, culturale di Bagnara in questo più breve, ma non meno importante, arco di tempo.


Il percorso museale si sviluppa a cominciare dalle sale del primo piano che, dopo la dismissione degli usi militari della rocca, furono adibite a funzioni abitative. L’evoluzione dell’insediamento antico nell’area bagnarese, le caratteristiche del popolamento, le diverse tipologie costruttive avvicendatesi nel tempo sono analizzate e descritte sino alle soglie dell’Età Moderna, attraverso una serie di materiali archeologici che afferiscono al Neolitico, all’età del Bronzo, al periodo romano e al lungo periodo fra il tardoantico e l’Alto medioevo. Alla fine dell’Alto Medioevo, tra X e XI secolo, in coincidenza con la nascita di numerosi castelli, il territorio della Pianura padana è punteggiato da villaggi fortificati, composti da edifici in legno protetti da fossati e palizzate. I loro resti sono indiziati da rialzi artificiali di terreno, conosciuti con il nome di “motte”, che si ergono con debole rilievo sulle superfici agricole. Grazie ad informazioni, immagini e reperti si rivisita la nascita di Bagnara, risalente con certezza alla motta dei Prati di Sant’Andrea. Indagato con scavi regolari dal 2005, questo sito costituisce appunto il luogo di origine della più antica comunità di Bagnara e deve aver rappresentato il centro altomedievale e medievale più importante del territorio. Durante la prima fase di vita, un fossato rinforzato da grossi pali in legno difendeva l’abitato, esteso per circa 6900 mq. d’estensione., che includeva abitazioni lignee e piccole botteghe artigianali, per la lavorazione del metallo, del vetro e della ceramica, che provvedevano al fabbisogno di strumenti, attrezzi e suppellettili degli abitanti.
Una piccola sezione numismatica è dedicata anche ai cospicui ritrovamenti monetali conseguiti sia attraverso rinvenimenti fortuiti, sia grazie a prospezioni programmate e indagini archeologiche vere e proprie. Una campionatura di esemplari, assai variati tipologicamente,documenta le molteplici fasi di insediamento in un arco temporale che dagli esordi del dominio romano, attraverso il medioevo e le età successive sino al prevalere dello Stato Pontificio, giunge infine all’Unità d’Italia.

Imboccati, a partire da settentrione, gli eleganti loggiati costruiti sulle cortine murarie si accede direttamente al mastio, ove si snoda il secondo itinerario museale che ripercorre per intero la storia del castello di Bagnara, vale a dire l’intero sistema difensivo imperniato sulla maestosa rocca, la cinta muraria, la porta civica, i terragli. Salendo la magnifica scala a chiocciola, realizzata in monoliti arenaria, si visitano accompagnati dagli operatori museali i diversi piani del mastio, uno dei quali fu anche adibito a carcere, e si giunge alla terrazza panoramica che domina la campagna circostante.
Dalla corte si ha anche accesso al sotterraneo, un ampio e suggestivo ambiente voltato, sottostante le sale del palazzo, al cui fondo si apre un’area archeologica. Qui sono stati messi in in luce un elemento murario riferibile alla prima fase di edificazione della fortezza e due cavità a copertura voltata per la raccolta dell’acqua piovana, successivamente riutilizzate come discarica di rifiuti. Da tali immondezzai provengono gli oggetti per la mensa e la cucina esposti nella vetrina databili al XVI secolo. Un’altra indagine condotta nell’area del fossato ha consentito di recuperare calici e bicchieri in vetro del medesimo periodo.
Risalendo la scalinata sulla destra della corte, si raggiunge la sala ricavata dalla copertura del torrione visconteo per visitare una piccola ma interessante collezione storico-artistica. comprendente una terracotta maiolicata del 1770 e alcuni dipinti di scuola emiliana risalenti al XVI, XVII e XVIII sec.
Un ambiente particolare e ricco di fascino ubicato ella più alta casamatta del mastio ospita un approfondimento su due figure che emergono particolarmente nella storia bagnarese e fra coloro che estesero il loro dominio sulla rocca: Caterina Sforza, Signora di Imola e Forlì, e Giovanni Maria Mastai Ferretti, vescovo di Imola e futuro papa Pio IX. Attraverso immagini, touch screen e video è stato creato uno spaccato della vita bagnarese nell'arco di circa quattro secoli. Al centro dell'ambiente circolare si colloca, per opera dell'artista Paolo Arnò, una statua in cartapesta con le fattezze della “Tygre di Romagna”, Caterina Sforza, che indossa una ricostruzione dell'abito descritto minuziosamente dalle fonti in occasione della sua prima sosta ad Imola nel 1477.
Nell'ultimo livello del mastio installazioni multimediali e una selezione di fonti documentarie, in gran parte tratte dall'Archivio Storico comunale, insieme a oggetti rappresentativi di diversi momenti e diversi contesti della vita bagnarese daranno vita a un racconto che compendia gli elementi fondamentali di una comunità in trasformazione: il periodo immediatamente successivo all'Unificazione, caratterizzato dai nuovi compiti dei Comuni tra cui la lotta all'analfabetismo e l'organizzazione dell'istruzione; la prima metà del Novecento segnato dai due conflitti mondiali, dai sacrifici dei bagnaresi, dai rastrellamenti, dai bombardamenti, dalla perdita di vite umane; la ripresa di Bagnara nel periodo postbellico, l'irrompere della modernità e della tecnologia, la nascita di aziende artigiane e realtà industriali competitive.


The Castle Museum is housed in the open spaces and rooms of the fourteenth-century fortress, now open to the public since the town hall moved to other premises. This important architectural complex was fully renovated for use as a museum and cultural centre, becoming the setting for a historic revisitation of the territory of Bagnara from its origins up to the present day. The Museum itinerary is composed of two sections. The first, dedicated to “The territory of Bagnara and lower Romagna”, offers a glimpse of daily life and the organisation of the home and production from the dawn of history, through Roman rule, up until the early Middle Ages, when the building of a village protected by a moat and palisade - the castrum of Prati di S. Andrea - marked the birth of old Bagnara, abandoned in the 13th century. The section ends with an image of the medieval scenario that was shortly to lead to the birth of new Bagnara. The second section, in the central keep, reconstructs “The history of the Castle of Bagnara di Romagna”, outlining its events and transformations over the years, thus laying the basis for understanding the important phenomenon of encastellation in lower Romagna.

The first Museum itinerary is laid out in the rooms on the first floor which were assigned to residential functions after the fortress ceased to be used for military purposes. The evolution of the old settlement in the Bagnara area, the characteristics of the population, and the different types of buildings adopted over time are analysed and described up until the threshold of the Modern Age, thanks to a series of archaeological exhibits from the Neolithic period to the Bronze Age, to Roman times and the long period between Late Antiquity and the Early Middle Ages. At the end of the Early Middle Ages, between the 10th and the 11th century, coinciding with the foundation of numerous castles, the Po Valley was scattered with fortified villages, composed of wooden buildings protected by moats and palisades. Traces of their presence can be seen in artificial earthworks, known as mottes, standing slightly above the surface of the surrounding farmland. Thanks to information, pictures and exhibits, visitors can learn about the origins of Bagnara, which certainly dates back to the motte of Prati di S. Andrea. The site, which has been regularly excavated since 2005, was the place of origin of the oldest community at Bagnara and must have been the most important centre in the territory during the Middle Ages. In its early days, the site was defended by a moat reinforced with great wooden poles. The settlement covered an area of about 6,900 square metres and included wooden houses and small workshops where craftsmen produced metal, glass and ceramics, satisfying the inhabitants’ needs for different kinds of tools and furnishings.
On the north side, the elegant arcades built onto the curtain walls lead directly to the keep, where the second Museum itinerary traces the whole history of the castle of Bagnara, that is the entire defence system that hinged on the mighty fortress, the walls, the town gate and the ramparts. Visitors can climb the magnificent spiral staircase, made of blocks of sandstone, where museum guides will accompany them to the various floors of the keep, one of which was also used as a prison, and up to the panoramic terrace that overlooks the surrounding countryside.
From the courtyard they can access an impressive vaulted underground chamber, below the main rooms of the castle, with an archaeological area at the end. Here a part of the wall has been brought to light, dating back to the earliest phase of construction of the fortress, as well as two cavities with a vaulted ceiling for collecting rainwater, later used as a rubbish dump. Objects found among the rubbish included table and kitchen ware now on display, dating back to the 16th century. Another investigation in the area of the moat recovered goblets and glasses of the same period.
The staircase on the right of the courtyard leads to the room in the roof of the Visconti tower where a small but interesting historic and artistic collection can be visited, including an item of majolica pottery of 1770 and a number of paintings by the Emilian school of the 16th, 17th and 18th century.

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