La Basilica di San Petronio (1390)
Jacopo della Quercia, Portale Maggiore (1426-1438)
Martino da Modena, Pagina di corale miniato (1477-1480)
Arduino Arriguzzi. Modellino ligneo (1513-16), sezione longitudinale. Il modellino, apribile in senso longitudinale e riproduce il progetto dell'Arriguzzi che fu architetto della Fabbrica dal 1507 al 1531.Il progetto di grandiosa concezione avrebbe, se attuato, fatto di San Petronio la più grande chiesa della cristianità, superando la stessa Basilica di San Pietro a Roma.
Bottega degli Embriachi, Cofano, ebano e avorio, h. cm 65, prima metà del secolo XV. Ha forma di grossa pisside ottagonale terminante con un coperchio piramidale.Nel secolo XVI o XVII fu adattato a reliquiario di S.Innocenzo.Ilsignificato delle raffigurazioni sulle tavolette non è chiaro, forse una libera interpretazione del mito classico di Giasone, contaminata con elementi della leggenda medievale di San Giorgio.Opera della bottega degli Embriachi, famosi intagliatori e intarsiatori di origine genovese, trasferitisi poi a Firenze e Venezia.
Manifattura Bolognese, Reliquiario di Sant'Antonio da Padova (1688)
Reliquiari di vari Santi, rame, argento dorato, smalti e pietre, secoli XIII-XV
Pasquale Cipolla (Palermo), Reliquiario di Santa Rosalia (1713), argento sbalzato, fuso e cesellato. A forma di ostensorio, entro la teca è una lastrina d'oro raffigurante il monte Pellegrino, eremitaggio della Santa. Fu donato dal Senato di Palermo a quello di Bologna nel 1717 in cambio di una reliquia di Santa Caterina De Vigri.
Taddeo Crivelli, La SS. Trinità (1476), pagina di corale miniato. La miniatura di questo codice fu commissionata nel 1476 a Taddeo Crivelli e poi a Martino da Modena che ne portò a termine l'esecuzione dopo che Taddeo Crivelli, impegnati i quinterni di pergamena presso diversi usurai, fuggì da Bologna con il denaro anticipatogli come acconto dall'amministrazione della Fabbrica.Recuperati i fogli, il lavoro fu terminato da Martino nel 1478-79.
Simone dei Crocifissi, Tavoletta con monogramma di San Bernardino (1423)
Taddeo Crivelli, Adorazione del Sacramento (1476), pagina di corale miniato
Bologna

Museo di San Petronio

Orari e Tariffe
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Barriere architettoniche
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Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

Buitoni A., Fanti M., I Reliquiari della Basilica di San Petronio. La nuova sistemazione nella Cappella delle Reliquie, Bologna, 2011.

Museo di San Petronio, in Franzoni G., Baldi F. (a cura di), Bologna: una provincia, cento musei: l'archeologia, le arti, la storia, le scienze, l'identità: guida, Bologna, Provincia Settore cultura, Pendragon, 2005, p.44.

Fanti M. (a cura di), Il Museo di San Petronio in Bologna, Bologna, 2003.

Bonilauri F., Museo di San Petronio, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 99, n. 32.

D'Amico R., Grandi R., Il tramonto del medioevo a Bologna. Il cantiere di San Petronio, Bologna, 1987.

Fanti M., Il Museo e l'Archivio Storico, in La Basilica di San Petronio, vol. 2, Bologna, 1984.

Fanti M., Il Museo di San Petronio, Bologna 1970.
Basilica di San Petronio
Piazza Maggiore
Bologna (BO)
Tel: 346 576 8400, 051 231 415
Religione e culto
Arte sacra
Architettura
Il patrimonio del museo fu ordinato da Tito Azzolini nel 1894 in due ambienti al piano terreno della Fabbriceria della Basilica di San Petronio, dove nel XVI secolo era stato esposto il nucleo originario della collezione costituito dai progetti per il completamento della facciata proposti da Peruzzi, Giulio Romano, Vignola, Cristoforo Lombardi, Domenico Tibaldi, Palladio e Terribilia. Nella stessa sezione confluirono il modellino ligneo dell'Arriguzzi del 1513, i due modelli in legno e stucco per la volta centrale, eseguiti da Floriano Ambrosini nel 1592. Oltre alla documentazione sul cantiere di San Petronio, il museo conserva opere d'arte, oggetti liturgici, graduali e antifonari miniati.

Di particolare pregio i corali di Martino da Modena, G.B. Cavalletti e Taddeo Crivelli (secc. XV -XVI); quattro rilievi di Properzia de Rossi (1525), la statua in marmo di 'S. Procolo', dovuta per la parte superiore ad Alfonso Lombardi, e gli strumenti per la meridiana del Cassini (1655), restaurata da Eustachio Zanotti. Tra le oreficerie più interessanti si segnalano due cofani della bottega degli Embriachi (sec. XV) e una croce astile in argento sbalzato del bolognese Battista del Gambaro (1547), oltre a preziosi reliquiari, fra i quali il Reliquiario di Santa Rosalia e di Sant'Antonio da Padova. Al primo piano della Fabbriceria si trova l'archivio della celebre Cappella Musicale di S. Petronio, con manoscritti dal Cinque all'Ottocento. Al secondo piano si conservano due tavolette di Simone dei Crocefissi, frammenti di affreschi e una pianta della basilica attribuita all'Arriguzzi.

In 1894 Tito Azzolini organised the museum’s assets in two rooms on the ground floor of the Vestry Board of the basilica of San Petronio, the location of the original 16th-century collection composed of projects to complete the façade proposed by Peruzzi, Giulio Romano, Vignola, Cristoforo Lombardi, Domenico Tibaldi, Palladio and Terribilia. Arriguzzi’s wooden model from 1513, and the two wooden and stucco models for the central model, made by Floriano Ambrosini in 1592, also entered the collection. In addition to documentation on the construction site of San Petronio, the museum also has works of art, liturgical objects, and illuminated graduals and antiphonaries.

The choir books of Martino da Modena, G.B. Cavalletti and Taddeo Crivelli (15th–16th century), four reliefs by Properzia de’ Rossi (1525), the marble statue of St Proculus, the upper part of which attributable to Alfonso Lombardi, and the instruments for Cassini’s sundial (1655), restored by Eustachio Zanotti, are exceptional. The most interesting goldworks include two chests by the bottega of the Embriachi (15th century), a silver repoussé processional cross by the Bolognese Battista del Gambaro (1547), and valuable reliquaries, including those of St Rosalia and St Anthony of Padua. The archives of the famous Music Chapel of San Petronio, with manuscripts from the 16th to the 18th centuries, are on the first floor of the Fabbriceria. The second floor houses two panels by Simone dei Crocefissi, fresco fragments and a plan for the basilica attributed to Arriguzzi.

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