Il cortile interno
Atrio del Museo, già Chiesa di Santa Maria della Morte
La sezione preistorica
Testa marmorea di Atena, copia dell'Atena Lemnia di Fidia (fine I sec. a.c. - inizi I sec. d.c.)
Situla bronzea della Certosa
Saqqara, Tomba di Horemheb, rilievo in calcare con prigionieri nubiani (1332-1323 a.c.)
Targa in bronzo, esposta all'ingresso del Museo, con il logo del riconoscimento “Museo di Qualità” assegnato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
Bologna

Museo Civico Archeologico

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

La Collezione Romana: nuovo allestimento, fa parte di: E laboratorio museo, Bologna, Museo Civico Archeologico, 2010.


Chimienti M., Monete della zecca di Bologna: Catalogo generale: con la pubblicazione delle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, Format.bo, 2009.


Tamburini-Müller M.E., La necropoli Campo del Tesoro-Lavatoio di Verucchio (Rn), Bologna 2006.


La sezione preistorica: nuovo allestimento, testi di Dore Mariella et al., fa parte di: E laboratorio museo, Bologna, Museo Civico Archeologico, 2005.


La Collezione Greca, fa parte di: E laboratorio museo, Bologna, Museo Civico Archeologico, 2005.


Macellari R., Il sepolcreto etrusco nel terreno Arnoaldi di Bologna (550-350 a.C.), Bologna 2003.


Govi E., Le ceramiche attiche a vernice nera di Bologna, Imola, 1999.


Taglioni C., L'abitato etrusco di Bologna, Imola, 1999.


De' Spagnolis Conticello M., De Carolis E., Le lucerne di bronzo del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna 1997.


Morigi Govi C, Pernigotti S.(a cura di), Museo civico archeologico di Bologna: la collezione egiziana, Milano, Leonardo Arte, 1997.


Pernigotti (a cura di), Una nuova collezione egiziana al Museo civico archeologico di Bologna, Pisa, Giardini editori e stampatori, 1994.


Jaeger B., Les scarabees a' noms royaux du Museo Civico Archeologico de Bologna, Bologna, 1993.


Vitali D, Tombe e necropoli galliche di Bologna e territorio, Bologna, 1992.


Pernigotti S.(a cura di), Aegyptica Bononiensia, Pisa, 1991.


Brizzolara A.M., Gipsoteca. La collezione dei gessi del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1990.


Tovoli S., Il sepolcreto villanoviano Benacci Caprara di Bologna, Bologna, 1989. 


Mandrioli Bizzarri A.R., La collezione di gemme del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna 1987.


Brizzolara A. M., Le sculture del Museo Civico Archeologico di Bologna: la Collezione Marsili, Bologna 1986.


Bresciani E., Le stele egiziane del Museo Civico Archeologico di Bologna, Casalecchio di Reno, 1985 .


Susini G., Pincelli R., Il lapidario, Bologna 1960, rist. 1985


Pernigotti S., La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980.


Meconcelli Notorianni G., Vetri antichi nelle collezioni del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1979.


Gualandi Genito M. C., Lucerne fittili delle collezioni del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna 1977.


Pincelli R., Morigi Govi C., La necropoli villanoviana di San Vitale, Bologna, 1975 .

Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo Civico Archeologico, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 7.

Morigi Govi C. (a cura di), Guida al Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, Compositori, 2009.

Museo Civico Archeologico, in Franzoni G., Baldi F. (a cura di), Bologna: una provincia, cento musei: l'archeologia, le arti, la storia, le scienze, l'identità: guida, Bologna, Provincia Settore cultura, Pendragon, 2005, p.12.

Museo Civico Archeologico, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, pp. 84-85.

Morigi Govi C., Vitali D. (a cura di), Il Museo Civico Archeologico di Bologna, II ed., Bologna, 1988.

Morigi Govi C., Sassatelli G. (a cura di), Dalla Stanza delle Antichita' al Museo Civico. Storia della formazione del Museo Civico Archeologico di Bologna, Casalecchio di Reno, Grafis, 1984.
Via dell'Archiginnasio, 2
Bologna (BO)
Archeologia
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia protostorica
Archeologia classica
Medaglistica
Numismatica
Lapidaria
Egittologia
Il museo, ospitato nel quattrocentesco Palazzo dell'Ospedale di Santa Maria della Morte - edificio quattrocentesco ristrutturato nel 1875 - nasce nel 1881 dalla fusione di due musei, quello Universitario, erede della "Stanza delle Antichità" dell'Accademia delle Scienze fondata da Luigi Ferdinando Marsili (1714), e quello Comunale, da poco arricchitosi della grande collezione del pittore Pelagio Palagi (1860) e di numerosissimi reperti provenienti dalle fortunate campagne di scavo condotte a Bologna e nel territorio circostante fra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Il suo patrimonio è costituito in primo luogo dalle ricche raccolte di materiali che documentano l'archeologia bolognese dalla preistoria all'età romana, fra cui spiccano i numerosi corredi funerari etruschi di età villanoviana e felsinea.
L'ordinamento del museo, oggi ampiamente rinnovato rispetto all'allestimento originale, è articolato nelle sezioni che espongono reperti provenienti dalle Collezioni Palagi e Universitaria (Sale Egiziana, Greca, Etrusco-Italica e Romana), ed in quelle che documentano la storia cittadina (Sezioni preistorica, etrusca, lapidario).
Importanti nuclei di collezione riunisce anche la sezione egiziana che conta circa 3.500 pezzi, fra i quali emergono capolavori quali i rilievi della tomba del faraone Horemheb, ed è una delle più importanti d'Europa.
Il museo conserva inoltre una rilevante collezione numismatica, costituita da circa 100.000 monete e medaglie.

Nella sezione preistorica, recentemente rinnovata, l'evoluzione del popolamento del Bolognese è rappresentata da una serie di strumenti in pietra del Paleolitico e da numerosi manufatti che documentano lo sviluppo del Neolitico, del'l'età del Rame e dell'età del Bronzo. Di particolare rilevanza sono i testimonianze della Grotta del Farneto, il ripostiglio di Rocca di Badolo (XVI sec. a.C.), con le sue quarantuno asce di bronzo e i reperti da numerosi siti abitativi, fra cui quello di S. Giuliano diToscanella , da cui proviene tra le altre cose una ben conservata forma di fusione per falce e punte di freccia.

Caratterizza il percorso espositivo una ricchissima sezione etrusca. La fase villanoviana di Bologna (IX-metà del VI sec. a.C.) è illustrata da una vasta scelta dei circa quattromila corredi tombali delle necropoli (si ricordano fra le altre quelle di Savena, S. Vitale, Benacci, Arnoaldi), comprendenti oggetti di uso personale e strumenti in bronzo, nonché vasellame in ceramica e bronzo. Qui si segnalano, in particolare, il celebre askos Benacci, forma vascolare molto rara databile alla fine dell'VIII sec. a.C., e lo straordinario complesso del "ripostiglio di S. Francesco", rinvenuto presso l'omonima basilica: un deposito di fonderia, costituito da un grande dolio che conteneva oltre 14 mila pezzi di bronzo, interi e frammentati, sia di produzione locale che di altre provenienze.

La fase pienamente urbana di Felsina, la Bologna etrusca (fase "Certosa" o felsinea) è ancora una volta illustrata prevalentemente da corredi tombali, fra i quali spiccano quelli eccezionali della "Tomba grande" e della "Tomba dello sgabello", ascrivibili alla necropoli dei Giardini Margherita. Dal sepolcreto della Certosa prende invece il nome invece l'importante situla in bronzo decorata con scene di vita militare, civile e religiosa.

Di grande rilevanza è anche il nucleo di circa duecentocinquanta stele figurate in arenaria, che costituivano il segnacolo delle tombe più prestigiose. Alla cultura villanoviana di Verucchio, il sito principale della Romagna della prima età del Ferro è dedicata una sala in cui è esposta una tomba principesca caratterizzata da una ricca suppellettile in legno.

Per quanto riguarda l'età romana, nell'atrio è esposto il torso marmoreo loricato dell'imperatore Nerone rinvenuto durante il sec. XVII nella zona del teatro (Piazza dei Celestini), mentre fra l'atrio e il cortile è distribuita la ricca collezione di lapidi, databili prevalentemente fra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., interessanti sia per la documentazione onomastica e magistratuale che per la testimonianza offerta da alcune decorazioni con scene ispirate alla professione del defunto. Nel cortile sono collocate anche alcune pietre miliari provenienti dalla Via Aemilia.

Passando alle sezioni dedicate agli oggetti di provenienza collezionistica, nella sala con le antichità etrusco-italiche si segnalano i buccheri e, tra gli specchi, la famosa "patera cospiana".

Nella sezione greca è esposta la celeberrima testa marmorea dell'Athena Lemnia dalla collezione Palagi, una bella copia d'età augustea di un originale fidiaco in bronzo. Cospicua la serie delle ceramiche greche e magno greche, delle gemme e delle oreficerie.

Una menzione particolare merita la collezione egizia, una fra le più importanti d'Europa, in gran parte di provenienza Palagi, recentemente riallestita, ricca di più di tremila oggetti quali sarcofagi, stele, ushabti e manufatti vari, che documentano tre millenni di civiltà.

Tra i pezzi più importanti si collocano i rilievi provenienti dalla tomba di Horemheb a Saqqara (XIII sec. a.C.), monumento riscoperto da scavi recenti, cui è dedicato un video in computer-grafica.

Il museo è dotato di una sezione informatica, con alcune postazioni destinate ai visitatori perché possano esplorare ed approfondire aspetti e temi del ricco patrimonio museale.

The Museum, housed in the 15th century Palazzo dell'Ospedale di Santa Maria della Morte – which was restored in 1875 – was established in 1881 with the fusion of two museums: the University Museum, heir of the “Hall of Antiquities” of the Academy of Science founded by Luigi Ferdinando Marsili (1714), and the Municipal Museum, which had just acquired a major collection from the painter (1860) and a great deal of items from the highly successful archaeological digs carried out in Bologna and nearby areas in the second half of the 19th century and first few decades of the 20th. Its collections are highlighted by the extensive material documenting Bolognese archaeology from pre-history to the Roman area, including many Etruscan grave goods from the Villanovan and Felsinean eras. The Museum has been extensively renewed since it first opened, and is now divided into two main sections, the first documenting items from the Palagi and university collections (Egyptian, Greek, Etruscan-Italic, and Roman halls), and the second documenting the history of Bologna (pre-historic and Etruscan halls and lapidarium). Some of the Museum’s most important items are displayed in the Egyptian section, one of the most important of its kind in Europe. It has about 3,500 items, including masterpieces like the bas-relief from the tomb of the Pharaoh Horemheb. The Museum also has a large numismatic collection, with about 100,000 coins and medals.

The recently renewed pre-historic section depicts the evolution of human settlement in the Bologna area with a series of Palaeolithic stone tools and numerous handicrafts from the Neolithic, the Copper Age, and the Bronze Age. Foremost among them are items from a deposit in Farneto cave near Rocca di Badolo (16th century B.C.), with its 41 bronze axes, and remains from numerous settlements, including one located at S. Giuliano di Toscanella; one of the most noteworthy items from the latter site is a mould used to make sickles and arrowheads.
A very rich Etruscan section is one of the exhibition’s highlights. The Villanovan era in Bologna (from the 9th century to the mid-6th century B.C.) is illustrated by a wide selection from the 4,000 or so grave goods found in local necropoles (such as those at Savena, S. Vitale, Benacci, Arnoaldi), including personal items, bronze instruments, pottery, and bronze table wares. Highlights include the famous Askos Benacci, a highly unusual vase from the late 8th century B.C., and the extraordinary collection from the “San Francesco deposit”, named after the basilica where it was found: this was a metal foundry deposit made up of a large dolium containing over 14,000 locally-produced and imported bronze items and fragments.
The urban history of Felsina, as Bologna was known during the Etruscan era (“Certosa” or felsinean phase) is once again mostly illustrated by grave goods, including the exceptional items found in the "Tomba grande" and the "Tomba dello sgabello" in the Giardini Margherita necropolis. The large bronze situla decorated with military, civilian, and religious scene takes is named after the Certosa burial site where it was found.
The collection of about 250 sandstone steles illustrated with figures and used to mark the graves of notables is also of great importance. One hall is dedicated to the Villanovan culture of Verucchio, the most important Iron Age archaeological site in Romagna. It features a prince’s tomb with rich wooden decorations.
The atrium of the Roman section displays the marble torso of Emperor Nero wearing armour, found during the 17th century near Bologna’s theatre (Piazza dei Celestini), while the rich collection of gravestones is displayed in the atrium and courtyard. It features mostly items from the 1st century B.C. to the 1st century A.D. Along with the names of the dead, it provides interesting information on administrative matters, and some of the decorations shed light on the professional lives of the dead. The courtyard also displays milestones from the Via Emilia.
Among the sections with items from private collections, the one on Etruscan-Italic antiquities is highlighted by bucchero pottery and mirrors, including the famous "patera cospiana".
The Greek section features the world-renowned marble head of the Lemnian Athena statue, an Augustan-era copy of Phidias’ original bronze statue. There is also a significant collection of pottery from ancient Greece and Magna Graecia, as well as gems and jewels.
The Egyptian collection deserves a special mention, since it is one of the most important of its kind in Europe. Most of its over 3,000 items – including sarcophagi, ushabtis, and other handicrafts – come from the Palagi collection and document a civilization that lasted 3,000 years. It has recently been renovated.
Some of its most important items include grave goods from Horemheb’s tomb in Saqqara (13th century B.C.), a monument that was the focus of recent digs, which are featured in a computer video.
The Museum also has a computer room, including terminals available to visitors who want to learn more about the Museum’s rich collections.


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