Francesco del Cossa, Trionfo di Venere, 1469, Salone dei Mesi, part. del mese di Aprile
Veduta del Salone dei Mesi
Francesco del Cossa, Falconiere, 1469, Salone dei Mesi, part. del mese di Marzo
Domenico di Paris, Temperanza, 1469 circa, Sala delle Virtù, part.
Ercole de’ Roberti, Fucina di Vulcano, 1469, Salone dei Mesi, part. del mese di Settembre
Ferrara

Musei di Arte Antica - Museo Schifanoia

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Barriere architettoniche
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Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

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Venturi A. (trad. da F.Harck), Gli affreschi del Palazzo di Schifanoia in Ferrara, Ferrara, Taddei, 1886
Via Scandiana, 23
Ferrara (FE)
Arte
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte medievale (XI-XV secolo)
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Medaglistica
Numismatica
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Archeologia medievale
Il Museo Schifanoia nasce nel 1898 e ha sede in Palazzo Schifanoia, antica delizia estense. Composto da collezioni che testimoniano la storia di Ferrara, le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando furono istituiti il Museo Pubblico, la Biblioteca e l'Accademia del Disegno in Palazzo Paradiso, sede dell'Università. Riaperto integralmente nel 2021, il Museo presenta un percorso espositivo di 1400 metri quadri, strutturato su 21 sale e con 250 opere esposte, che ruota attorno al sontuoso Salone dei Mesi, vero e proprio simbolo della cultura di corte dell’età di Borso d’Este. La visita al Museo si estende al Lapidario Civico che raccoglie i marmi antichi provenienti dal territorio raccolti nel 1735 per formare la prima istituzione museale pubblica ferrarese.

Le collezioni del nuovo Museo Schifanoia spaziano dalla miniatura del XV secolo alla scultura del Quattrocento e del Settecento, dalla pittura rinascimentale del Salone dei Mesi a quella naturalistica e barocca, dalle ceramiche graffite di età estense alle medaglie umanistiche fino ai conii e ai punzoni pontifici.

Il salone dei Mesi
Il salone dei Mesi è lo spazio più ampio di tutto il palazzo, e fu fatto decorare da Borso d’Este nel 1469 convocando diversi pittori, in previsione della sua nomina a duca della città. Le diverse sezioni dedicate al ciclo dei mesi e alle virtù civiche del committente sono ora ammirabili in tutto il loro splendore grazie all’intervento di rinnovamento delle luci. Il visitatore viene accolto in questo spazio, al cospetto delle opere dell’età di Borso, Ercole I e dei duchi del Cinquecento, e introdotto alle sale successive del museo.

Sala delle virtù
Superato il Salone dei Mesi si accede ad un altro luogo basilare del palazzo: la Sala degli Stucchi, detta anche Sala delle Virtù. La sala nel contesto della delizia aveva un’importanza strategica, poiché utilizzato da Borso come luogo di udienza, ma anche come anticamera agli spazi privati. In funzione del suo utilizzo fu quindi concepita una decorazione sontuosa e di grande impatto. Le pareti sono decorate ed arricchite da un particolare fregio, al centro compare lo scudo araldico estense e le imprese del Duca. Le virtù, teologali e cardinali, sono rappresentate da eleganti figure femminili. Per la realizzazione dell’apparato iconografico furono chiamati Domenico di Paris, scultore padovano, e Bongiovanni di Geminiano Gabrielli, pittore.

Sala delle Imprese
In questa sala, probabilmente un tempo adibita a spazio privato vista la presenza di una guardiacamera, è possibile ammirare il soffitto a cassettone e la decorazione a stucco policromo delle imprese estensi su una fascia di legno.

Raccolte presenti al Museo Schifanoia:
collezione numismatica: presenti testimonianze che permettono di spazia delle emissioni di zecche greche alla monetazione autonoma e pontificia, a cui si aggiungono la sezione delle medaglie fuse nella prima metà del Quattrocento, da Pisanello a Sperandio da Mantova, con ritratti di alcuni membri della Casa d’Este. LA collezione si è poi ampliata grazie ad acquisti e donazioni di esemplari provenienti da raccolte private.

Degna di nota è la collezione di avori, bronzi, placchette e sculture neoclassiche e statali proveniente dalla chiesa di Sant’Andrea.

Collezione dei codici miniati: tra i codici miniati di spicco il Decretum Gratiani stamapato a Venezia nel 1474, ampliamente decorato da miniatori del tempo di Ercole I, la Bibbia sacra, i Corali atlantici di san Cristoforo alla Certosa e i Corali di San Giorgio fuori le mura.

La raccolta egizia: proviene dall’attività collezionistica, e non da quella di scavo archeologico, e si compone di reperti funerari e sacrali risalenti al periodo fra la V dinastia e l’età tolemaica.

La collezione di ceramica ferrarese: raccolta recentemente acquistata dalla Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara, rappresenta una delle più importanti raccolte costituite da pezzi realizzati fra la metà del Trecento e gli inizi del Seicento, e quindi risalenti a produzioni greche, etrusche, romane, arrivando fino al XVII secolo. Parte della collezione è esposta nelle sale dell’ala trecentesca del palazzo.

Since 1989, the Museum has been housed in Palazzo Schifanoia. It features a series of collections that document Ferrara’s history. Its origins date back to the 18th century, when a public museum, library, and art academy were established in Palazzo Paradiso, which also housed the university. Currently the collections are housed in the 15th century halls and 14th century wing of the building, and are displayed only partially or on rotation. The museum’s first core collection, the lapidarium, was established in 1735 in Palazzo Paradiso. However, it wasn’t until 1758, when the Bellini numismatic collection was purchased, that the Museum was founded.

Thanks to copious donations, the coin collection, one of the largest in the region, has over 22,000 items. Along with the core collection of medieval and modern Italian coins, it also has Greek, Roman, and Punic sections, a collection of dies and stamps from the Ferrara mint, and a series of medals designed by leading Renaissance artists such as Pisanello, Matteo dè Pasti, and Sperandio da Mantova. The archaeological collections, which grew over the course of the 18th century, began with a series of Greek, Etruscan, and Roman pottery, along with glasswork, lamps, and bronze statuettes, and were augmented by the Ancient Egyptian collection in the 19th century. Cardinal Riminaldi donated the engraved gems and most of the bronze sculpture collection, with pieces by Giambologna and Algardi. A selection of Carthusian and Olivetan songbooks of extraordinary quality is displayed on rotation; additionally, the museum features a Bible commissioned by Borso d’Este for the San Cristoforo monastery and illustrated by Guglielmo Giraldi, and the Decretum Gratiani incunable illustrated by craftsmen from Ercole I’s time. Turning to minor collections, the ivory collection boasts heterogeneous pieces of great interest, including small plaques illustrated with scenes of life at court. In 1935 the museum purchased the Pasetti collection of graffite pottery; after World Word Two, following the suppression of the Opere Pie religious charity, the museum acquired a large number of vestments and a group of 17th and 18th century paintings from the Ferrara school, including works by Bononi, Zola, and Scarsellino. The 14th century wing displays items of exceptional value, such as the early 15th century alabaster polyptych by a Nottingham-based sculptor, the terracotta polychrome Madonna with Child by Domenico di Paris, and part of the Sant’Andrea wooden choir, inlaid in the 15th century by craftsmen from the Lendinara workshop.

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