Cimitero ebraico, Lugo
Lugo

Cimitero Ebraico

Orari e Tariffe
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Via di Giù
Lugo (RA)

Il cimitero, risalente alla seconda metà del XIX secolo, si trovava, al momento della sua istituzione, in una zona di aperta campagna, isolata dal centro abitato. Ora, per lo sviluppo urbanistico della città, il cimitero si trova inglobato in un quartiere residenziale, appena al di fuori dal centro storico.
Di pianta rettangolare, il campo, racchiuso da muretti laterali in mattoni, rivestiti da coppi, è suddiviso in due settori da un vialetto, a destra e a sinistra del cancello d’entrata che si affaccia in Via Di Giù.
In fondo al vialetto è ubicato l’ ‘oel (la cappella mortuaria ), che presenta sul muro di sinistra una lapide commemorativa ai deportati, e in alto la scritta Bet ha-Keburot- Benei Israel ("Casa delle sepolture dei figli d'Israele", ossia cimitero) .
Dei due settori, quello di destra conta 101 sepolture disposte su 25 file, quello di sinistra ne conta 102 disposte su 23 file, di cui 6 risalenti agli ultimi anni. L'ultima è del 2000.
Il cimitero non presenta né tombe monumentali, né recinti familiari.
Le prime sepolture, risalenti al 1879-80, si trovano in entrambi i settori in fondo, sono caratterizzate da semplici lapidi rettangolari poste nel terreno, con la doppia iscrizione in ebraico e in italiano. Fra quelle successive spicca la tomba di Isacco Sinigaglia, ultimo Rabbino ufficiale a Lugo, morto nel 1892.
Fra le sepolture novecentesche si possono ricordare quella di Sabbatino Jacchia, garibaldino, morto nei primi anni del secolo, e quella di Vito Sinigaglia, figlio di Isacco, ultimo ministro di culto, morto nel 1944. Fra quelle recenti si ricorda la sepoltura di Corrado Saralvo, sopravvissuto ad Auschwitz, morto nel 1983.
Questo cimitero è in uso dal 1879. Si tratta in verità del secondo luogo di sepoltura della comunità ebraica lughese, cessata di esistere giuridicamente nel 1930 ed ora appartenente alla Comunità ebraica di Ferrara.

Il primo cimitero, documentato da una mappa catastale del 1638, era ubicato fuori dalle porte del ghetto, in una zona divenuta già nella prima metà del XIX importante crocevia di transito verso Ravenna. Le tumulazioni di questo cimitero, per rigide disposizioni di carattere halahico, cioè di normativa rituale, non poterono essere trasportate in quello nuovo; vennero perciò scelte 33 lapidi , tutte lastre in pietra eccetto tre cippi, cronologicamente risalenti dal XVI al XIX secolo. Le lapidi furono collocate e cementate lungo i due muretti laterali, 14 a destra e 18 a sinistra, una all’interno della cappella mortuaria.
La maggior parte delle iscrizioni, già tradotte e decifrate, sono intitolate a Rabbini, alle loro mogli e comunque a notabili della comunità; è ipotizzabili quindi che il criterio di scelta di queste lapidi abbia seguito la volontà di documentare uno spaccato di storia della comunità attraverso le iscrizioni funerarie dei personaggi più importanti.
Le più antiche sono del XVI secolo e appartengono ad alcune donne della famiglia Da Fano: Hawah moglie del Rabbino Avraham Da Fano (5320-1560), Gentile, moglie di Shelomò Refael Da Fano (5325 -1565), Elisheva Da Fano (5351-1571) e ai Rabbini Refa’el Byniamin D’Arezzo, (5335-1575) e Shelomò David Del Vecchio (5343-1583).
La lapide intitolata a Moshé mi-Pesahim, è probabilmente del 1585 anche se dalla iscrizione risulterebbe essere del 5045-1285; si tratta probabilmente di un errore nellaincisione delle lettere che compongono la datazione perché la lapide, per tipologia e per contenuto dell’iscrizione, si allinea agli altri esemplari cinquecenteschi.
Lo stato di conservazione delle lapidi antiche è attualmente precario: alcune si stanno lentamente staccando dal muro assumendo posizioni inclinate, altre stanno sprofondando nel terreno rendendo visibile solo la parte superiore; inoltre, gli agenti atmosferici erodendo la pietra hanno già completamente cancellato l'iscrizione di 4 esemplari, altri offrono una lettura molto precaria.
Queste ed altre lapidi del cimitero hanno già avuto interventi di recupero e di restauro, a cura del Comune, nel 1984 , in seguito gravi atti di teppismo e vandalismo in cui sono state divelte dal terreno e spaccate. I restauri sono ancora riconoscibili nella maggior parte di queste.
Il cimitero appartiene giuridicamente alla Comunità ebraica di Ferrara che ha affidato al Comune l'opera di manutenzione ordinaria. La maggior parte delle tombe è curata dai familiari dei defunti anche se non più residenti a Lugo; solo un numero si trova in stato di semi abbandono. La cappella funeraria e il muretto di cinta saranno presto ristrutturati con una parte di finanziamento proveniente dal Comune.






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